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One More Night

Regia di Sarah Kelly vedi scheda film

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La recensione su One More Night

di Paul Hackett
2 stelle

Alcuni trentacinquenni, compagni di liceo negli anni 80, si ritrovano per una rimpatriata e, chi l'avrebbe mai detto?! La loro riunione di classe riporterà ben presto a galla amori dimenticati, sogni infranti, speranze tradite e nostalgie struggenti.

 

Se lo scopo di questo imbarazzante "Grande Freddo per la Generazione X" (come recita la locandina) è l'immedesimazione di chi, come me, è nato intorno al 1970 e ha vissuto la propria adolescenza nei meravigliosi (si fa per dire) anni 80, beh... missione riuscita: posso dire di essermi guardato allo specchio e vergognato per l'assoluta mediocrità e la sconcertante banalità dei desolanti rovelli sentimental-esistenziali raccontati in questo filmetto che, a sprazzi, raggiunge livelli di ruffianaggine spaventosi (l'album di fotografie sfogliato con Forever Young degli Alphaville in sottofondo è un colpo basso senza precedenti).

 

Cast variegato, ma del tutto insignificante, con abbondanza di volti televisivi e un paio di invecchiatissimi reduci degli eighties, come Eric Stoltz e Ione Skye. Regia e sceneggiatura dell'esordiente Sarah Kelly, già assistente alla produzione di Pulp Fiction (ma, apparentemente, l'esperienza non le ha giovato granché). Molto bella, ovviamente, la colonna sonora (tranne, magari, qualche eccezione, ma ci torneremo). Al solito insulso il titolo italiano, privo di qualsiasi nesso con quello originale (The Lather Effect).

 

Cosa resterà di questi anni 80? Si chiedeva Raf al termine del controverso decennio. Semplice: una generazione di eterni ragazzini pieni di rughe, perennemente impegnati a contemplare il proprio ombelico e per i quali Gloria di Umberto Tozzi (nella versione di Laura Branigan) è "la più bella canzone di tutti i tempi" (eh sì... in One More Night accade anche questo).

 

Irritante, a dir poco: 2/10.

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