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Song to Song

Regia di Terrence Malick vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Song to Song

di alan smithee
7 stelle

L'amore vero sconfigge la brama di carriera e di potere, permettendo ad una coppia di musicisti di celebrare la reciproca passione che li unisce. Malick racconta tutto attraverso i pensieri, snervandoci spesso, ma regalandoci anche qua e là momenti potenti di cinema, e qualche sporadica emozione forte.

locandina

Song to Song (2017): locandina

In un Texas incapace di mezze misure, tra bellezza mozzafiato e trascuratezza irrimediabile ma fotogenica, la vita di due cantautori talentuosi, giovani e belli (un ragazzo ed una ragazza), ma perfettamente sconosciuti, si incrocia ad un party organizzato da un eccentrico ed astuto giovane bel produttore, incapricciato pure lui della bella ragazza, dopo che la cameriera, per cui aveva letteralmente perso la testa, si è suicidata in una delle lussuose dimore dell'uomo.

Il ricco manager sa che il suo pupillo ama la ragazza, e lo lascia insidiarla, pensando piuttosto a mettere le mani sul copyright della sua promettente produzione musicale, proponendogli tuttavia di fatto di spartire in parti uguali l'incasso del disco in via di produzione.

Rooney Mara, Michael Fassbender, Ryan Gosling

Song to Song (2017): Rooney Mara, Michael Fassbender, Ryan Gosling

Disgustato dall'imbroglio, ma irrimediabilmente innamorato della giovane collega, il ragazzo le propone di fuggire verso Ovest, vivendo di lavori umili, ma apprezzando la sincerità disarmante di una natura che sfianca di sudore e stanchezza, ma non tradisce come sa fare l'essere umano nella sua infida brama di conquista.

Lykke Li, Ryan Gosling

Song to Song (2017): Lykke Li, Ryan Gosling

Una trama compiuta ci restituisce un Malick finalmente più concreto e classico? Tutto al contrario!!!

Il gran regista si muove senza un vero tracciato narrativo, facendo raccontare i brandelli di una vicenda da parte dell'anima dei quattro personaggi principali, assemblando e sminuzzando la vicenda in un collage di sensazioni con cui pare egli tenti di filmare una o più menti nell'atto di percepire le emozioni, siano esse di gioia o piu' spesso di dolore, che affliggono i quattro destini incrociati, anzi sviluppati, ed il mondo che li circonda.

Rooney Mara, Ryan Gosling

Song to Song (2017): Rooney Mara, Ryan Gosling

Come sappiamo non è facile seguire, né tantomeno accettare una idea di cinema che parla per immagini (mozzafiato come ormai quasi pretendiamo da Malick per digerire in cambio, quasi come contrappasso, il suo percorso mentale per nulla lineare né elementare, spesso anzi snervante fino all'irritazione) e per sensazioni della mente: ma questo è quanto il grande cineasta vuole darci e raccontarci oggi, con una voracità di lavoro ora incontenibile e mai riscontrata in quarant'anni di carriera, sporadica fino a tutti i '90, come centellinata con parsimonia.

Rooney Mara, Ryan Gosling

Song to Song (2017): Rooney Mara, Ryan Gosling

Ma è anche vero che se il nucleo centrale della vicenda - una storia d'amore sincero tra le falsità e i tranelli di un mondo come quello della musica che non concede mai quello che promette se si è solo pieni di talento e non di cattiveria ed arrivismo - si fatica ad individuare quasi sino alla fine per il rifiuto a scegliere veri e propri punti di riferimento esclusivi nella "non-storia", la scelta finale della coppia innamorata che abbandona tutto per scegliere l'amore di coppia e la semplicità, potrà sembrare banale, ma risulta invece potente e convincente.

Malick puo' poi permettersi di scritturare chi vuole: e fa quasi effetto vedere assieme una coppia di divi belli e quasi interscambiabili come Michael Fassbender e Ryan Gosling che si sfidano, lottano, scherzano, si imbrogliano e posano come parte integrante della bellezza di arredi pregiati di ville esclusive.

E se Natalie Portman bionda non ci era mai apparsa così bella e sexy come oggi, Rooney Mara, sempre e solo cerbiatta, invece non mi pare riesca ad imporsi sulla bellezza d'insieme e sull'emergenza della maestosa messa in scena.

In piccole parti autobiografiche accorgiamo pure leggende musicali come Patti Smith ed Iggy Pop, mentre Holly Hunter, in un piccolo ruolo di madre, risulta potente oltre ogni altro individuo, rubando inesorabilmente la scena a chiunque, divo o non divo.

Completano il nutrito e variegato cast la cantante del trascinante "I follow river" Likke Li e un Val Kilmer talmente irriconoscibile dall'averlo riscontrato solo a ritroso, ritrovandolo nel cast al momento dei titoli di coda.

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