Regia di Penny Marshall vedi scheda film
Parto da un presupposto: ho letto molti libri di Olive Sacks, tra i quali il racconto dal quale è stato "ispirato" questo film.
E nei libri di Oliver Sacks non c'è traccia della banalità che impregna invece la pellicola di cui sopra.
Un film volutamente mirato a strappare la lacrima e la commozione. La commozione cerebrale, nel mio caso.
Eppure De Niro nel suo ruolo se la cava egregiamente, per una vollta senza tic da italoamericano. Robin Williams sempre lo stesso,
quello di Will Hunting o dell'Attimo Fuggente, cambiano solo le parole. Avesse fatto salire i suoi pazienti sul letto con il grido all'unisono "dottore mio dottore" non sarebbe cambiato nulla. Rimane la banalità, appunto, del film. E l'appiattimento (stravolgimento) del racconto di Oliver Sacks.
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