Regia di Lenny Abrahamson vedi scheda film
Jon ha un tale orecchio musicale da trasformare in melodia qualunque sua riflessione. Il gioco diventa meno solipsistico quando la band degli impronunciabili Soronprfbs lo ingaggia per una serata. In realtà, è per un ciclo di registrazioni senza fine in una remota zona d’Irlanda. Jon segue Frank, leader della band, un tizio geniale che gira sempre con una testa di cartapesta. Il regista di Adam & Paul e Garage, ma anche del notevole What Richard Did, inedito in Italia, conferma il suo talento gentile, rivolto a storie apparentemente marginali che invece contemplano straordinarie, benché minimali, idee di mondo. Dietro la maschera di Frank, come noto, Michael Fassbender, in una prova tutta voce (quindi, il doppiaggio, brrrr). La vicenda si ispira a una storia vera e tenta un confronto tutt’altro che timido con la disabilità mentale e la schizofrenia di un personaggio irraggiungibile, psicologicamente parlando. A sorprendere sono i toni partecipi, ma soprattutto il punto di vista, quello di Jon, giovane tastierista che cerca di forzare l’isolamento del gruppo attraverso la condivisione online delle “stranezze” di Frank e degli altri musicisti. In verità il film mette in relazione scatole di solitudine diversamente vissute, pompando una colonna sonora sperimentale che aumenta lo straniamento. La bizzarria di fondo è divertente, ma amara.
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