Regia di Lenny Abrahamson vedi scheda film
Ricordo l'esordio di Abrahamson. Era il 2007 e il suo "Garage" vinse il Torino Film Festival, che è una specie di Sundance Film Festival nostrano. L'esordio non era granché, a mio avviso: un piccolo film irrisolto, senza né capo né coda. Sono passati diversi anni, con un un altro film nel mezzo, ed ecco che il regista irlandese ci propina questo "Frank", grottesco ritratto di una band di squinternati, guidati da un Fassbender con mascherone di cartapesta sulla testa. Un film indie che più indie non si può: è riuscito persino a inserire il South By Southwest, ovvero il festival musicale indie per eccellenza. Nato, ho letto, con un pensiero a Daniel Johnston e a Captain Beefheart, due "lunatici" trasversali del mondo musicale, soprattutto il primo, l'opera di Abrahamson annega già dopo pochi minuti in un affettato, furbo ritratto indie pop, (la parola chiave, se non l'aveste capito, è "indie), che non va da nessuna parte, con personaggi che stereotipano svariati "lunatici" del mondo del rock e del pop, che più che un tributo sembra una parodia. Noia mortale nella prima ora di proiezione, qualche scatto nell'ultima mezz'ora, ma niente, assolutamente niente di memorabile. Ho letto recensionI entusiastiche e non mi spiego, sinceramente, perché. La musica fa schifo, almeno per i miei gusti, il testone di cartapesta, dopo i primi dieci minuti, avanza, ed è un'allegoria trita e ritrita di un forte disagio psichico, che poi, appunto, attraversa tutti i musicisti del gruppo, compreso l'insostenibile "pel di carota" che fra Twitter, YouTube e hashtags, si spera che affoghi in qualche splendido lago d'Irlanda. Purtroppo no. Non un film, a conti fatti, brutto, non è sciatto, ma è un film tremendamente inutile e pretenzioso e antipatico, come gli hipster a cui strizza l'occhio.
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