Regia di Vincent Lannoo vedi scheda film
Giuro di essermi accorto che, tra gli interpreti di questa commedia surreale garbata e gradevole, figura anche la donna che sta facendo tremare l'Eliseo (si è proprio lei Julie Gayet, volto sereno e gradevole senza essere fantasmagorico, comunque per nulla da femme fatale, ma di fatto calato nei panni dell'amante scomoda di quell'insospettabile tombeur de femme dell'attuale Presidente della Repubblica francese) solo mentre in sala il buio aveva appena avvolto i pochi spettatori presenti, e sullo schermo iniziavano a scorrere i primi titoli. In realtà desideravo vedere una seconda opera di un regista belga come Vincent Lanoo che nel corso dell'ultimo TFF mi colpi' molto favorevolmente col suo sarcastico, sanguigno e spietato "Au nom du fils", sorta di atto demolitore e demonizzatore di una chiesa scroccona, approfittatrice, corrotta e (anche sessualmente) deviata e blasfema. Qui invece Lannoo cambia completamente percorso e stile (un buon indice di versatilità e carattere invero) e ci propone la storia lieve e surreale di uno scrittore in disarmo che si ricicla scrivendo epitaffi da far recitare ai parenti prossimi dell'estinto in occasione del relativo funerale. Capita così che l'uomo si imbatta in una giovane e bella vedova che lo incarica di raccontare al giovane figlio bambino, in base alle informazioni che la donna a poco a poco gli fornisce da proposito del defunto consorte, storie del padre scomparso troppo prematuramente, in modo che il giovane impari dai suoi racconti a conoscerlo in modo più approfondito e consono. Tutto bene all'inizio, almeno finché un bel giorno il marito defunto si materializza davanti allo scrittore in uno stato confusionale ed in totale amnesia riguardo ad ogni aspetto della sua vita vissuta, e chiedendogli così di aiutarlo a riappropriarsi della propria vita, e della propria famiglia, che comprende ovviamente la giovane vedova sulla quale lo scrittore ormai riponeva nenche tanto celati propositi di conquista. Commedia degli equivoci a tratti brillante, certo sofisticata, grazie anche alla presenza di un divertenze e schizzato Pierre Richard nei panni di un bizzarro anziano vicino di casa del nostro protagonista, segregato in una casa sommersa di libri davvero seducente, il film scorre via leggero e quasi impeccabilmente. Certo il ricordo del cinismo sanguigno e sferzante di "Au non du fils" era di ben altra presa emotiva e resa cinematografica.
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