Espandi menu
cerca
Storia di una ladra di libri

Regia di Brian Percival vedi scheda film

Recensioni

L'autore

lorenzodg

lorenzodg

Iscritto dal 2 ottobre 2009 Vai al suo profilo
  • Seguaci 52
  • Post 2
  • Recensioni 272
  • Playlist 23
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Storia di una ladra di libri

di lorenzodg
6 stelle

Storia di una ladra di libri” ( (The Book Thief, 2013) è il sesto lungometraggio del regista di Liverpool,  Brian Percival.
    L’ordine delle idee è sognare ciò che pensi di cominciar a far bene e non assecondare il distruttivo caos di quello che annienti e allunghi oltre a un desiderio sempre spento. E per iniziare un film di cui la storia deve cibarsi si usa un meccanismo oltte il sogno che non vuoi la voce della Morte (sopra le nuvole imbiancate di sonno profondo) che pare un orco troppo buono per un doppiaggio (forse) simpaticamente leggiadro e odoroso di voce minimalisticamente ironica (quella dell’attore Stefano Benassi).
    E la cinepresa radendo i nuvoloni bianchi (in stile furbemente fiabesco in ‘infinita storia’) s’avvicina cautamente al biancore di una neve accattivante e di un fumo di un treno che trasporta passeggeri nella Germania 1939. E tra i tanti ecco arrivare il volto della bambina Liesel e del suo fratellino che trova sepoltura in un cimitero ammantato di bianco. Liesel viene abbandonata dalla madre e trova ‘riparo’ presso una famiglia in un piccolo centro con i suoi nuovi genitori, Rosa e Hans, che ne prendeno le cure.
    L’inizio ammantato e sognante si scontra con le faccende politiche forti e il nazionalsocialismo imperenate con un Adolf Hitler osannato con manifesti e bandiere in ogni posto, luogo e ambiente fino a quello scolastico (naturalmente). Tutto in un contesto che abbassa il tono e mai appesantisce il vero riferimento storico nonostante manifestazioni, parate e riferimenti (il falò sui libri, la notte dei cristalli, la partenza per la guerra, e il rastrellamento) segnalati con didascalie di date e luoghi. La contrapposizione tra la ‘piccola storia’ di Liesel con gli avvenimenti tragici che ne circonda il tutto sono ‘didascalicamente’ alleggeriti con minime vedute, giochi di bambini e situazioni famigliari sopportabili senza dimensionalità oltre la via o le strade di riferimento. D’altronde la voce fuori campo parla di ‘Via del Paradiso’ e il duello Morte-Sogno o meglio ‘vero-riposo’ s’insinua nel racconto ma con modi ‘corretti’ e ‘giusti’. Immagini dolcemente colorate e musica ben confezionata in un prodotto che appare (soprattutto nella prima parte) troppo tirato a farsi piacere e con un gusto insicuro nel renderlo troppo acido (o se si preferisce leggermente ‘grato’ ad un pubblico disponibile ad accontentarsi). In ogni caso la pellicola si vede e non affatica (affatto) merito del duo Rosa-Hans che tiene la storia e allontana ogni pretestuoso gioco del troppo fiabesco.
    Nella nuova famiglia Liesel trova considerazione e affetto, conosce l’amico Rudy, conosce Max che viene nascosto nella casa degli Hubermann perché ebreo e trova nella casa del borgomastro una libreria che viene aperta agli occhi e alla memoria della bambina; impara a leggere con la tenacia amorevole del padre Hans e racconta ogni cosa a Max, che si meraviglia della sua memoria (‘la memoria è scriba dell’anima’ così diceva Aristotele dice a Liesel) e delle sue parole che sono testamento di salvezza (e nella malattia sarà l’unico appiglio o quasi).. Ogni tanto per la voglia di sapere entra di nascosto nella casa con la libreria per ‘rubare’ qualche bel libro (lei dice che prende in prestito quando viene seguita dal suo amico Rudy a cui rivela il nascondimento dell’ebreo a casa dei suoi genitori adottivi).
    La storia arriva di colpo sulla famiglia e la guerra, i bombardamenti porteranno dolore e morte e il film hanno una parte finale commovente con un resoconto tragico per gli affetti di Leslie che si ritrova viva ma completamente sperduta tra le macerie. Il film è tratto dal libro ‘La bambina che salva i libri’ di Marcus Zusak con la sceneggiatura di Michael Petroni (che aveva lavorato su ‘Le cronache di Narnia’ ) che mette qualche gusto favolistico che si compiace della voce fuori campo che inizia e conclude il tutto.
    Nonostante questo modo ‘regolare’ e ‘classico’ di girare la pellicola, senza eccessivi sobbalzi umorali pur non privando lo spettatore di una vera commozione (d’altronde quando si parla di guerra, antisemitismo e vera tragedia su dei bambini difficilmente si rimane distanti e asettici), il film regge per le interpretazioni di livello di Emily Watson (Rosa Hubermann) e Goeffrey Rush (Hans Hubermann) con Sophie Nélisse (Liesel) che ha il viso giusto nei momenti più prettamente ‘mirati’ all’età di riferimento con atteggiamenti semplici e veri.
     La regia di Brian Percival tende ad un medietà non negativa per coinvolgere lo spettatore e portarlo con sé fino all’epilogo (nonostante una durata oltre le due ore). Tutto con buoni tecnicismi di riprese e carellate accarezzevoli sui volti e gli ambienti. La musica di John Williams allarga il sentore melodico per un animo umano che entra diritto nel cuore di una bambina innocente. La produzione predilige una certa ‘sontuosità’ nel quadro del racconto con una fotografia (e colori) troppo ‘elegante’ e ‘costruita’. Peccato un certa remissività e un basso profilo (chi sa se un colore completamente sbiadito con un quasi bianco e nero….avrebbe…ma certamente con altri intenti…) nel film…sarebbe stato un valore aggiunto ‘notevole’. Comunque vedibile, per tutti, commovente quanto serve e senza eccessivi tratti pesanti.
    Voto 6+.
 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Ultimi commenti

  1. Utente rimosso (bufera)
    di Utente rimosso (bufera)

    Purtroppo sto poco bene penso che non farò in tempo a vederlo sull'immediato.Per fortuna tu con la consueta abilità espressiva e razionalità analitica che si riferisce essenzialmente al film,come gradisco e ritengo sia corretto, me ne hai dato un ragguaglio che ha spento un po' i miei entusiasmi. Grazie Lorenzo, Ciao!

  2. lorenzodg
    di lorenzodg

    @bufera. Mi permetto di augurarti una pronta guarigione! Grazie delle belle parole che mi 'dedichi'. Sempre molto gentile. Il film rimane troppo 'nel limbo': un atteggiamento da 'favola' con belle immagini e lucidate non danno il vero senso della storia. La commozione arriva...ma difficile evitarla con simili argomenti. La voce fuori campo aumenta l'edulcorazione verso un gusto da far piacere a tutti. I libri si vedono ma alla fine è una cultura di 'seconda mano'. Non vorrei essere troppo....poco entusiasta ma sembra un film...che ha una seconda possibilità di essere visto.....in un pomeriggio...in un eventuale dvd...insomma senza un'ansia della primissima. Grazie ancora. Un saluto. Lorenzo.

  3. LAMPUR
    di LAMPUR

    Questo film mi ha scosso non poco. In negativo. Comodamente slavato e fastidiosamente didascalico, ingenuamente edulcorato e venduto alla commozione di un libro Cuore dei poverissimi di spirito. Personaggi tagliati con l'accetta ad evoluzione ultrastandard. La mamma carogna che si svelerà dolcissima, tutti escamotage da bassissimo profilo. Una guerra sempre sfiorata che quando vedrà tutti morti colti nel sonno avrà avvisato giusto Liesel di farsi trovare vestita e con le scarpe. Gli mancavano i boccoli però, sfoggiati per tutto il filmetto.

  4. lorenzodg
    di lorenzodg

    @LAMPUR . Quello che dici mi trova sulla tua linea. Infatti la sceneggiatura fa acqua da molte parti e i vestitini...appaiono in posa (come dici). Poi l'abbraccio è pilotato. Perché tre stelline per le interpretazioni sincere e di livelo (dato il film...) di Watson e Rush che almeno alzano il livello... Comunque poco più di una fiction televisiva. L'edulcorazione è troppo evidente. Comunque poco più e niente di più. Grazie del gentile commento come sempre (quando leggo i tuoi giudizi) precisi e attenti. Un saluto. Lorenzo.

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati