Regia di Mario Monicelli vedi scheda film
"Risate di gioia" è un Monicelli apparentemente minore, ma in realtà da recuperare e da scoprire, una commedia malinconica e amara diretta con bravura dal regista nel suo periodo migliore, venendo subito dopo "I soliti ignoti" e "La grande guerra", un elogio dei perdenti e degli emarginati dove il regista ha messo molto di se stesso, ed è un peccato che all'epoca fu accolto negativamente dal pubblico. Con un tris d'assi formato da Anna Magnani, Totò e un giovane ma già grintoso Ben Gazzara, "Risate di gioia" è una commedia dove i personaggi finiscono per avere maggiore importanza rispetto all'intreccio, un film che rifiuta una progressione narrativa definita poiché ambientato praticamente tutto in una sola notte, composto da tante piccole scene e situazioni dove si sente la mano esperta degli sceneggiatori D'Amico, Age e Scarpelli, anche nei dialoghi spesso improntati a un disincanto e ad una prevalente tristezza, nonostante il carattere buffo di molte sequenze. È un peccato che la Magnani lo considero' "brutto e sbagliato", perché invece si tratta di una pellicola per molti versi intelligente, una prova ormai matura del talento registico di Monicelli che cura con lo stesso scrupolo la direzione degli attori, il risalto figurativo delle location romane e l'andamento ritmico dell'azione, non sempre sostenuto ma comunque tale da evitare inutili tempi morti. Non mancano alcune sequenze d'antologia, soprattutto nella parte finale (la parentesi nella villa dei nobili tedeschi che finisce malissimo), e a tanti anni di distanza si apprezzano le pillole di saggezza dispensate dai personaggi a più riprese, nonché un'attitudine non moralistica che arriva a lasciare impunito nel finale il personaggio più "negativo", spia di un pessimismo dell'autore riguardo ad una società già allora fin troppo edonista e materialista. Anna Magnani alterna slanci di pathos e amenità burlesche con un controllo del personaggio a mio parere più convincente rispetto a certi suoi lavori hollywoodiani di quegli anni; Totò risulta molto efficace in una veste insolita, più riflessiva e meno esagitata rispetto ai tanti film comici che ne segnarono il successo, compresi quelli diretti da Monicelli; Ben Gazzara è bravissimo nel costruire una figura ribelle e insofferente agli schemi, anticipando i suoi personaggi di film italiani dei decenni successivi, e forse perfino il malessere che gli cuci' addosso Cassavetes. Disponibile su Rai play. Una curiosità: in Francia il film fu distribuito con il titolo "Larmes de joie", ossia Lacrime di gioia.
Voto 8/10
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