Regia di Marina Zenovich vedi scheda film
Documentario su Richard Pryor, attore afroamericano capace di sconvolgere e rivoluzionare, con la sua personalità strabordante e la sua comicità diretta e senza giri di parole, sia il mondo della stand up comedy che quello di Hollywood.
Richard Pryor ha avuto una vita piuttosto tormentata e non proprio fortunata, quantomeno in senso assoluto: montagne di soldi e divertimento senza sosta sono stati una costante di lunga parte della sua esistenza, ma d’altro canto l’attore ha anche avuto un’infanzia a dir poco disastrosa, ha combattuto senza troppa convinzione (ma riportando comunque vari danni più o meno gravi) una lunghissima battaglia contro le dipendenze da alcol e droga, e ha attraversato un lento e oltremodo drammatico declino nei suoi ultimi anni, deperendo pian piano sotto i crudeli colpi della sclerosi multipla. In questo bel documentario di Marina Zenovich c’è tutto questo e anche di più: ci sono le innumerevoli mogli (alcune delle quali intervistate per l’occasione), spezzoni di esibizioni in pubblico tra teatri e tv che ne raccontano l’indiscutibile talento, viene fatta parzialmente luce sull’assurdo caso del tentato suicidio avvenuto nel 1980 e viene persino recuperata l’intervista televisiva con la sua amata nonna, sorta di matriarca di casa Pryor. Tra contributi di amici, parenti e colleghi – c’è anche Robin Williams, sul quale pochi anni dopo la Zenovich girerà un lavoro altrettanto notevole (Nella mente di Robin Williams, 2018) – viene così ricostruita la vita di un uomo e di un artista parimenti eccezionale, che sapeva prendere sul serio questioni politiche e sociali (non risparmiò mai le bordate contro il razzismo bianco), ma rimaneva sempre in fin dei conti un egocentrico cane sciolto. 6,5/10.
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