Regia di Anthony Russo, Joe Russo vedi scheda film
Sequenze galvanizzanti, girate come Dio comanda e saltuariamente intervallate da un'ironia di alleggerimento incastrata nelle giuste intercapedini del corpo drammaturgico.
Anthony e Joe Russo, registi della terza pellicola col Capitan America di Chris Evans (al conto, infatti, va incluso The Avengers), allietano gli amanti dell'azione con sequenze galvanizzanti, girate (ma soprattutto montate) come Dio comanda e saltuariamente intervallate da un'ironia di alleggerimento incastrata nelle giuste intercapedini del corpo drammaturgico, come nel caso della rapida missione iniziale sulla nave, della matta fuga urbana del disorientato colonnello Fury (un ottimo Samuel L. Jackson) asserragliato in un'autovettura e dell'attacco al Capitano in ascensore. Tra una base soggettistica che in parte ricalca I tre giorni del Condor (solo che qui l'attempato Robert Redford ha i panni del cattivo), la minaccia di piombare nel futuro di Minority Report e un computer preistorico che omaggia Wargames, la trama si nutre di varie componenti non proprie, ma Christopher Markus e Stephen McFeely, oltre a introdurre in maniera ottimale il personaggio di Falcon (Anthony Mackie), aprono a un tema politico di attualità dolente (i doveri dell'uomo di fronte al caos del mondo moderno), perno del prossimo Avengers: Infinity War. Chiudendo un occhio su qualche lapalissiana corbelleria, è un prodotto confezionato con sommo scrupolo. Carina la trovata del taccuino dove Rogers annota tutto ciò che si perso di cultura popolare durante gli anni dell'ibernazione.
Si respira solennità nelle musiche scritte da Henry Jackman.
♥ BUON film (7) — Bollino VERDE
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