Regia di Anthony Russo, Joe Russo vedi scheda film
Il secondo capitolo interamente dedicato alle avventure del Capitano più valoroso e tenace della scuderia Marvel è ancora più riuscito del già buon primo episodio, che si faceva forte della coinvolgente storia persa nel tempo e durante il periodo più cupo e devastante della dominazione delle forze naziste con mire sull'intero globo, del superuomo creato in laboratorio dalle miti ed esili spoglie del valoroso ma fisicamente inadeguato soldato Steve Rogers (è Chris Evans, ex Torcia umana nei due Fantastici Quattro, che lo impersona nuovamente, con muscolare adeguatezza e pertinenza) e ancor più col ritrovamento del corpo congelato dell'eroe tra i ghiacci dell'artico con conseguente riabilitazione ai nostri tempi, da perfetto novantacinquenne super muscolare e scolpito.
Qui si raccolgono le redini di quella bella ed accattivante vicenda per creare una continuazione che tuttavia vive di basi sue e si sviluppa in un complicato ma godibile intrigo che coinvolge il servizio speciale della S.H.I.E.L.D. con in testa il suo tenace capo Nick Fury (sin dall'inizio dei cnecomics la produzione lo ha reso di razza nera e col volto plausibile di Samuel L. Jackson) e la dinamica sua soldatessa russa, Natasha Romanoff in arte Vedova Nera (una fulva ed ironica Scarlett Johansson) e il nuovo soldato alato Falcon (Anthony Mackie). A minacciare da dentro la squadra speciale si infiltra una organizzazione clandestina potentissima di matrice o simpatie neo naziste chiamata Hydra, che vede al suo vertice, ma sotto mentite spoglie, niente di meno che il segretario generale dello S.H.I.E.L.D., Alexander Pierce (Robert Redford). Costui porta a termine un progetto clandestino di conquista del mondo partendo proprio dalla città di Washington e sfruttando un'arma potentissima rappresentata dal cosiddetto “soldato d'inverno”, che altri non è se non l'amico fraterno e di battaglia del Capitan America della Seconda Guerra Mondiale, ovvero quel Bucky Barnes (l'attore Sebastian Stan) creduto da tutti morto nell'incidente aereo in cui Steve Rogers cadde nei ghiacci per conservarsi in sessant'anni di assideramento.
“The winter soldier” è diretto con competenza dai fratelli Russo, ai quali spetterà anche la direzione del terzo capitolo previsto per maggio 2016 ed è uno spettacolone divertente e dinamico, teso e in grado di farsi seguire bene senza doversi frammentare in troppe sottostorie come accade inevitabilmente nel collegato progetto degli Avengers, spesso dispersivo e troppo caotico nel voler dare equità di spazio ad ogni supereroe (e star ad esso collegata), e finendo per slabbrare il senso narrativo e complicare e rendere meccanica tutta la vicenda.
Capitan America si fa forza della limitata tecnologia che invece uccide o comunque compromette personaggi peraltro amatissimi come Iron Man, e trova nella semplicità del suo essere supereoe, senza eccessivi problemi di doppia personalità o di gestione di un alter ego che qui combacia perfettamente nel personaggio dell'eroe, la forza per convincere e divenire uno dei personaggi più amati e "possibili", nel senso di plausibili, tra i suoi colleghi con superpoteri sofisticati e variegati tra il tecnologico ed il divino (vedi pure Thor, affascinante forse, ma spesso kitch e sopra le righe).
Per questo motivo, ma anche per la godibilità dello spettacolone fragoroso e rutilante di cui l'ere si rende adrenalinico protagonista, questo secondo capitolo sulle avventure di Capitan America direi che risulta l'episodio più convincente e riuscito di tutta la produzione Marvel dell'ultimo decennio.
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