Regia di Gordon Douglas vedi scheda film
Una triste nenia funebre accompagna il funerale di un guerriero Apache. I compagni stanno ricoprendo il cadavere con dei sassi, per evitare che la salma venga oltraggiata dagli animali selvatici in quella landa assolata. Sul fondo, sopra una bassa cresta, un cavaliere osserva la scena. Poco dopo una serie di colpi di fucile interrompe la cerimonia e tutti gli indiani vengono uccisi.
Così comincia questo western, stilisticamente diverso dai consimili film di genere. Il regista, G. Douglas, non molto considerato, presenta un prodotto in cui, pur non mancando la componente d’azione, preferisce approfondire, con abilità, la personalità dei suoi personaggi. L’ex capitano confederato James “Jim” Lassiter (R. Boone) è un uomo pieno di rancore, sia perchè non si è ancora assuefatto, dopo 2 anni, alla sconfitta bellica, ma soprattutto ha subito la perdita, dopo atroci torture, della moglie e del figlio ad opera degli Apache. Odia questi indiani e disprezza gli yankee. Ma è un uomo di coraggio, pronto a rischiare in caso di necessità, con un personale codice morale che lo porta a rivedere le sue convinzioni di fronte al dramma subito proprio da una donna Apache. Arrestato per l’uccisione degli indiani, ritrova in cella il messicano Juan Luis Rodrigues (A. Franciosa), che conosce bene e deve essere impiccato l’indomani con l’accusa di omicidio. Con una punta di razzismo, Juan viene dipinto come un essere infido e subdolo, abile nell’uso del coltello, con un sorriso falso ed un untuoso modo di fare, privo di ogni senso morale. Su pressante invito del comandante del forte, accetta di guidare una spedizione per impedire la vendita di duemila fucili a ripetizione agli apache da parte di un colonnello sudista. Pone come condizione di essere accompagnato da Juan, che conosce bene l’ambiente e la lingua spagnola. La missione, al comando del capitano Haven (S. Whitman), accompagnato dal sergente Franklin (J. Brown), uomo di colore e figura di fiducia del capitano, è in realtà una trappola esplosiva (50 barili di polvere da sparo) per invogliare il colonnello sudista a farsi incontrare e fare esplodere il contenuto vicino ai fucili oggetto di scambio. Haven, uomo duro, diffidente, abile, non ha una coscienza pulita: era lui al comando del trasporto dei fucili rubati ed era d’accorto sul furto, assieme al sergente. Dopo un percorso in luoghi inospitali, caldi, ventosi e polverosi, che mettono a dura prova i rapporti fra i quattro personaggi, il contatto col colonnello sudista si verifica. E’ un altro singolare personaggio: paranoico, fanatico della disciplina, con l’intenzione di installarsi nella zona di Rio Conchos, aiutato da molti soldati sudisti che non hanno voluto cedere le armi. Per ricordare l’ambiente da cui proviene, si è fatto costruire la facciata di una abitazione tipica della Virginia. Con questa vendita conta di ricostruire un’angolo di ambiente sudista.
I buoni sono buoni, i cattivi sono cattivi. Tutto come da copione, ma il film mantiene ritmo e suspense sino in fondo, sostenuto dalla peculiarità dei personaggi, in ottima forma, che imprimono un sapore particolare al tessuto narrativo e da una buona sceneggiatura in ambienti quasi sempre all’aperto, in una natura selvaggia e splendida. Da vedere per gli aspetti inconsueti rispetto ai western cui siamo abituati. Voto 7
soddisfacente
Ha composto diversi western e questo è sez'altro quello più indovinato
Ottima prestazione, capace di sottigliezze psicologiche di rilievo, senza venir meno ai panni del duro
Pur accollandosi la parte di un amorale, si presta bene nella parte assegnatai
Buona prestazione
Forse meno degli altri interpreti, ma efficace ed efficiente
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