Regia di Howard Hawks vedi scheda film
La risposta di Howard Hawks e di John Wayne a Mezzogiorno di Fuoco di Fred Zinnemann (1952), trova in Un Dollaro d'Onore (1959) un capolavoro della storia del cinema che si pone come compendio di tutti i topoi del western classico e al tempo stesso lo zenit di un genere, che oramai con tale formula aveva dato tutto, trovando nuova linfa vitale negli anni 60' grazie all'opera revisionista di Sam Peckimpah e Sergio Leone, i due più grandi registi in relazione al genere e molto altro.
Ritornando al duo Hawks-Wyane, è inutile dire che del capolavoro assoluto di Zimmemann non avessero capito nulla, d'altra parte da una parte abbiamo un regista di fede socialista con la sua personale poetica della resistenza e il raffronto tra uomo-coscienza e dall'altra due reazionari repubblicani tutto di un pezzo, ma nonostante la pellicola nella costruzione del personaggio dello sceriffo Chance (John Wyane), costruisca una figura integerrima e tutta di un pezzo, la quale rifiuta qualsiasi aiuto nonostante si trovi contro numerosi uomini di Nathan Burdette (John Russell), che vogliono liberare suo fratello Joe detenuto nella prigione, alla fine sembra dover necessariamente scendere a patti con la rivoluzione apportata dal film di Zinnemann, relegando l'azione in secondo piano, prediligendo l'approfondimento psicologico dei personaggi e persino l'aiuto di Feathers (Angie Dickinson) in una situazione difficile per il nostro protagonista, sconfessando di fatto le ingiuste prese in giro verso la figura di Grace Kelly in Mezzogiorno di Fuoco.
Se la trama è una delle più classiche possibili per il genere e Chance è una figura archetipa per il genere, ben più interessanti risultano i subordinati dello sceriffo, il vecchio malandato Stumpy (Walter Brennan) e soprattutto l'alcolizzato Dude (Dean Martin), personaggio con cui si empatizza facilmente proprio per le sue debolezze umane, a costoro si aggiungerà infine il giovane Colorado (Ricky Nelson) come nuovo subordinato ed ennesimo strappo alla presa in giro dello sceriffo Kane di Gary Cooper.
La dilatazione delle sequenze aumenta progressivamente la durata del film portandola a quasi due ore e mezza, un Dollaro d'Onore si prende i suoi tempi, a cominciare dall'incipit iniziale privo di dialoghi focalizzato su ciò che darà avvio al film (la cattura di Joe) e al contempo la degradazione umana in cui Dude è sprofondato a causa dell'alcolismo, per cui viene costantemente preso in giro da due anni da tutta la cittadinanza del piccolo paese di Rio Bravo, facendo scattare in questa notte un moto di dignità; basta alcool. Il percorso è difficile, anche perché il tutto è reso complicato dagli uomini di Nathan che spiano Chance e la prigione, in cerca dell'occasione giusta per liberare Joe. Il ritmo è lento, le tonalità calde e iper-classiche per il genere, il pensiero predomina nettamente sull'azione, mettendo in primo piano le figure umane e l'intero compendio di temi cari al regista, cominciando dell'amicizia virile tra Chisum e Dude, grazie alla quale quest'ultimo avrà un grandioso momento di riscatto compiendo un piccolo passo verso l'uscita dall'alcolismo ed al tempo stesso farà eseguire un balzo gigantesco alla settima arte, visto che il principio di uscita dal tunnel coincide con le gocce di sangue nel bicchiere di birra (seguire quella via porterà solo ad una lenta dissoluzione), grazie alle quali trova il colpevole di un omicidio e ponendo il primo mattone della sua difficoltosa rinascita.
La vicenda principale si alterna ad intervalli regolari, con la storia della giocatrice d'azzardo Feathers con lo sceriffo Chance, da cui sembra poter nascere un qualche interesse amoroso e uno smottamento ai principi dell'uomo sul non aiuto da parte di nessuno nello svolgimento del suo lavoro, anche se la situazione è complessa, ma nel western classico lo sceriffo deve essere un uomo tutto di un pezzo, le sfumature psicologiche sulla sua figura sono roba inconcepibile, John Wyane ha il carisma e la raffigurazione necessaria per tenere in piedi tale figura oramai pronta ad essere pucconata, ma siamo nel 1959, qualche altro film impostato in questo modo ce lo possiamo concedere.
Pochi campi lunghi (giusto per segnare lo scorrere del tempo), per un western quasi da camera e molto spesso incentrato in interni, dove la sfida finale viene preannunciata da un monito musicale "Deguello" fatto suonare da Nathan a cui fanno da contrappunto le due canzoni di Dude e Colorado (con due attori cantanti era inevitabile), prima dell'atto finale con l'immancabile sparatoria. La quintessenza del western classico americano secondo Godard e non gli si può dare torto in effetti, un capolavoro assoluto e miglior western degli anni 50' insieme a Mezzogiorno di Fuoco (1952) e Sentieri Selvaggi (1956).
Film aggiunto alla playlist dei capolavori : //www.filmtv.it/playlist/703149/capolavori-di-una-vita-al-cinema-tracce-per-una-cineteca-for/#rfr:user-96297
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