Regia di Howard Hawks vedi scheda film
Un pellicola che è una summa dei classici temi del western, pur rimanendo in una ambientazione rarefatta con pochi passaggi esterni, ma una costante e profonda indagine caratteriale sui vari protagonisti in gioco e sugli equilibri che si creano nelle loro continue interazioni
C'è tutta l'epica del western pur nelle ambientazioni limitate, senza l'ampio respiro dei paesaggi di altri film del genere, in "Un dollaro d'onore", uno dei film più iconici e famosi, con la coppia John Wayne e Dean Martin ad impersonare due tutori della legge alle prese con una banda al soldo di alcuni ricchi proprietari terrieri. Il film, che si avvale delle musiche di Dimitri Tiomkin con la stessa forza evocativa che si ritroverà nel Morricone del felice sodalizio con Sergio Leone, è una grande lezione di cinema da interni, in grado di appassionare lo spettatore per due ore e venti di durata pur rimanendo quasi sempre al chiuso di una ambientazione rarefatta. Merito indubbiamente degli attori, ma anche di una sceneggiatura che punta soprattutto sul sottile ritratto psicologico dei vari personaggi, dal vecchio vice-sceriffo brontolone a quello giovane con trascorsi da ubriacone, fino al giovanissimo aiutante che rappresenta un ipotetico passaggio del testimone da una generazione all'altra. Il titolo si rifà alla prima, intensa scena del film, quando Dean Martin in preda ai fumi dell'alcool decide di non prendere un dollaro finito in una sputacchiera e di ribellarsi definitivamente ad un destino da reietto.
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