Regia di Ernst Lubitsch vedi scheda film
Sally Pinkus è uno studente scapestrato: espulso da scuola, trova lavoro come commesso presso un calzolaio, ma tenta di sedurne la figlia e viene di nuovo cacciato. Con un sotterfugio riesce a farsi assumere in un altro calzaturificio, ma questa volta trova l’amore di una ricca donna a toglierlo da ogni impiccio.
Pellicola divisa in tre atti (come si usava all’epoca seguendo la tradizione teatrale), diretta e interpretata da un giovane Ernst Lubitsch, Pinkus l’emporio della scarpa è una delle primissime opere del regista tedesco. Le sue doti dietro la macchina da presa già si intuiscono: il ritmo è altissimo e la storia – con una sceneggiatura di Hanns Kraly ed Erich Schoenfelder – vive di una brillante ironia lievemente corrosiva, mirata a prendere in giro una serie di stereotipi della società contemporanea. Innanzitutto chiaramente il mito del self made man, rovesciato qui a favore di un cialtrone totale quale il Pinkus del titolo, instancabile seduttore senza troppa fortuna, almeno fino al colpaccio finale, inetto, sgraziato e pieno di sé ma proprio per questo simpatico. Accanto al regista recitano i due sceneggiatori in altrettante particine, ma soprattutto Ossi Oswalda (spesso sul set con Lubitsch in questo periodo), Guido Herzfeld ed Else Kentner. 6/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta