Regia di Graham Annable, Anthony Stacchi vedi scheda film
La tecnica è sempre quella. Un misto - perfetto - di stop motion, disegni tradizionali e animazione in computer grafica. Insomma, ciò che ha reso famosa la Laika Entertainment. Che, dagli studi in Oregon, ha partorito due perle come Coraline e la porta magica e ParaNorman. Ora con Boxtrolls, tratto dal libro di Alan Snow Arrivano i mostri (in Italia pubblicato da Mondadori), la sfida si fa più difficile, specialmente per la mancanza di un immediato e riconoscibile mondo di riferimento. Anche se, a ben guardare, la distinzione tra i poveri e progressisti Boxtrolls, che vivono nelle viscere di Pontecacio riciclando gli oggetti del mondo di sopra, e i ricchi e conservatori residenti dalle tube bianche della ridente cittadina che venera i formaggi, con l’eroe umano/non umano chiamato a cambiare lo stato delle cose, rispecchia perfettamente la cifra narrativa della Laika.
Stavolta, però, il meccanismo scorre meno liscio, soprattutto per il tardivo ingresso del protagonista. Ma, se lo sviluppo narrativo mostra qualche incertezza, la bellezza del film risiede nella (ri)costruzione fantastica di questo paesino e dei suoi abitanti di epoca vittoriana (e un po’ viene da pensare a La sposa cadavere, a cui Laika ha collaborato) dipinti con curiosi anacronismi tanto cari al filone steampunk e con una raffinata e intelligente ricercatezza nel linguaggio, nei costumi e nella musica (come la divertente incursione vocale di Eric Idle dei Monty Python).
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