Regia di Atom Egoyan vedi scheda film
Egoyan prova a rinverdire il suo passato ma non ci riesce proprio: non sempre ritornare sui propri passi paga, anzi a volte diventa irritante perchè rende più evidente la distanza che esiste (solo a Woody Allen questo viene spesso perdonato) e mette solo in evidenza come si è depauperato nel frattempo il suo modo di intendere e fare cinema.
Con The Captive, tenta così una nuova immersione nella pedofilia (infanzia violata, tragedie familiari) e nel rapporto "vittima-carnefice" (la sindrome di Stoccolma e conseguenti). scrutata da differenti angoli di visuale (in primisi quelli dei genitori straziati e della poliziotta coinvolta nelle indagini).
Privilegia ancora le cupe atmosfere stile anni '90, ma a complicare il quadro (o forse nel tentativo di ravvivarlo un poco) ci innesta molta tecnologia e altrettante videocamere in funzione, che non lo aiutano, ma anzi danno all'insieme un preoccupante retrogusto che spinge verso una visione delle cose degne di un reality.
Insomma i tempi de "il dolce domani" (ma anche de "Il viaggio di Felicia") sono lontani e sembrano per lui ormai irrecuperabili!
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