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Alla ricerca di Dory

Regia di Andrew Stanton, Angus MacLane vedi scheda film

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La recensione su Alla ricerca di Dory

di Genga009
6 stelle

Mai dubitare dello studio di animazione occidentale per eccellenza! Tranne se ci sono macchine parlanti...

Ho sempre un forte senso di timore quando vado a vedere un film d'animazione al cinema. Un tormento primordiale, una paura corrosiva per la mia fame da cinefilo.

Sono loro, i mostri!

Mostri urlanti, snervanti, rumorosi, capricciosi, viziati. Mostri che mangiano con la bocca aperta. Altre creature più grandi e meno bavose di loro li accudiscono, li controllano, o meglio, cercano di farlo mentre i mostri si scaccolano e parlano col grande schermo:

"Ehiii mamma, quello cos'è?"...

... "Perché è diventato rosso?"...

... "Cosa vuol dire parco oceanografico? C'entrano i pesci?"...

... "Mamma ho fame..."...

... "Chi è Licia Colò?".

Ma alla fine ti ci abitui. In fondo sono carini loro... i m-o-s-t-r-i!

 

Fortunatamente quando ieri sono riuscito a vedere Alla ricerca di Dory, dopo settimane che cercavo di trovare due ore libere con nulla da fare, di bambini ce n'erano due e anche educati. Ma so benissimo che è stata un'opera divina, o forse perché erano le tre di pomeriggio, di solito si fa il riposino a quell'ora, no?

...

Paga il biglietto, entra in sala, mettiti comodo, spegni il cellulare, pulisci gli occhiali, spostaicapellichenonsivedenaceppa (devo tagliarli o si impossesseranno della mia anima, lo sento!), mangia qualch... ah no sono già finiti, bevi un sorso e sei pronto.

Finiscono le pubblicità e i duecentoventisei trailers di Pets. Il film cominc...

 

EEEEEEHHHH!!! (emulazione del rumore del "tasto rosso")

 

Finiscono le pubblicità e i duecentoventisei trailers di Pets. Comincia piper.

 

 

locandina

Piper (2016): locandina

 

 

Dunque, chi mi segue da un po' (è circa due anni che sono qui ma è da qualche mese che mi ci sono messo "d'impegno", restando molto "...") sa bene quanto sia fissato con l'animazione. Per esemplificare prendete l'orgasmo più forte che avete mai provato. Moltiplicatelo per mille. Neanche allora ci siete vicini (dai, lo so che l'avete capita). Della Pixar non ne ho mai voluto parlare, benché un utente una volta mi abbia chiesto di scriverci qualcosa. Il perché non lo so bene, credo sia legato al diverso approccio che ho con le varie case di produzione. Parlerei per ore dello Studio Ghibli ma non della Disney, non in modo così sciolto, per capirci. Con lo studio di Lasseter è lo stesso: so bene che loro sono i maggiori esponenti dell'animazione occidentale contemporanea (loro sono Lasseter, Docter, Stanton, Unkrich), Selick a parte, ed è almeno dal 2001 che lo hanno fatto capire a tutti i membri delle case rivali (a Katzenberg, che non è una parolaccia, soprattutto), eppure mi risulta difficile esprimermi sui loro lavori. Sono apparentemente semplici, complessi in quasi ogni aspetto, perciò faccio fatica, perché non so mai come prenderli. Non so se analizzarli come film d'autore, con un certo linguaggio espressivo ecc, o come opere (alcuni dei capolavori) commerciali confezionate in modo impeccabile. Di certo Alla ricerca di Dory fa parte della seconda tipologia, quindi posso parlarne senza avere confusione in testa. Che bello!

 

 

 

 

Ma andiamo a piper, un corto meraviglioso (quale non lo è della Pixar? ---> HA HA: quello dei vulcani prima di Inside Out. Quella canzoncina è odiosa!) scritto e diretto da Alan Barillaro, che, per chi non lo sapesse, è uno dei supervisori principali delle animazioni dai tempi di A bug's life, che racconta in poco più di due minuti la crescita di un pulcino (non so la specie, perdonatemi) e le sue titubanze nei confronti della realtà, a lui ancora del tutto sconosciuta. Il cucciolo deve da subito sapersi procacciare il cibo senza il sostegno materno, stando attento alle onde del mare mentre prova ad aprire il guscio delle vongole depositate sulla banchina. Data la sua imprudenza, il piccolo viene travolto una volta e, per un breve periodo, non vuole più uscire dal nido. Spinto dalla madre, ancora molto impaurito, il pulcino riesce a farsi coraggio e determinato si avvicina al mare, ormai suo accerrino nemico. Durante il tragitto si imbatte in dei paguri. Curioso, il cucciolo li segue sempre più vicino all'acqua, finché un'onda sta per travolgerlo. Un'altra volta. 

Ok, col riassunto mi fermo qui - anche perché che riassunto vuoi fare di un cortometraggio? - e dico questo: piper è si delicatissimo, simpatico, di una sensibilità disarmante e concettualmente tanto semplice quanto interessante, ma, parolabruttaperenfatizzare, che livello si è raggiunto nelle animazioni!? E' assurdo! Addirittura ho letto non mi ricordo dove che Lasseter ha dovuto dire ai colleghi "Ragazzi piano con le animazioni, che poi sembrano vere e mi fanno causa per copyright, che qualcosa col mare lo trovano sicuro quegli sciacalli!". Ovviamente non ha detto così, però sul serio ha consigliato fortemente agli animatori di ridurre l'effetto fotorealistico dei fondali e dei diversi piani di immagine per evitare problemi del tipo "Ehi ma qui hanno girato una scena sulla spiaggia e poi ci hanno disegnato sopra! Così non vale!" e cose simili. Non immagino se il grande capo avesse dato carta bianca assoluta all'équipe cosa sarebbe venuto fuori. Tuttavia le onde e la scenografia, secondo me, non sono il massimo per quanto riguarda l'animazione del corto. Più che da tutto il resto, sono rimasto sbalordito dalla messa a fuoco, fittizzia ma, sul serio, dannatamente realistica! Barillaro segue i movimenti del pulcino, si avvicina ai suoi occhioni nocciola, "zoomma" indietro, rincorre i suoi passi, e tutto con questa messa a fuoco "manuale" che manuale sembra davvero. WoW!

 

Ah, ringrazio mc 5 per la sua recensione dove fa notare le musiche del grande Belew, che altrimenti non avrei mai notato tra i titoli di coda.

 

 

locandina

Alla ricerca di Dory (2016): locandina

 

 

Si arriva al film.

A parte che la frase in alto nella locandina "Un'avventura indimenticabile... o quasi!" c'ho messo un po' a capirla - quanto sono messo male! - Alla ricerca di Dory è un ottimo sequel.

Ero in parte scettico, molto scettico per quanto riguarda questo lungometraggio, perché pensavo a Toy story, quindi sequel strepitosi (1 < 2 < 3), e poi a Monster&Co e Cars, quindi un sequel discreto ed uno mediocre, e dico mediocre solo perché è della Pixar! Poi ho pensato ad Andrew Stanton, regista di Alla ricerca di Nemo, A bug's life e Wall-E, co-sceneggiatore di Up ed altre cose carucce e, facendo così mente locale, mi sono tranquillizzato.

Ho fatto bene perché, come Toy story 2, questo secondo capitolo riesce non a sviluppare una storia a sè, bensì a continuare quella principale arricchendola con una trama che ne prosegue sia le dinamiche narrative che la caratterizzazione dei personaggi. Con questo non voglio dire che questo lavoro è meglio di Alla ricerca di Nemo, non mi sognerei mai di dirlo, però bisogna valutare questo: Alla ricerca di Dory introduce si nuovi personaggi ma, cosa importantissima, non si dimentica sia, chiaramente, dei protagonisti che di alcuna comparsa precedente o, almeno, alcuna di quelle utili per l'intreccio del lungometraggio. Credo che questo sia un dei punti più importanti da portare avanti in un sequel, ovvero il non lasciare niente del primo capitolo a se stesso e, al contrario, mutarlo, ristrutturarlo secondo le richieste del secondo capitolo.

 

 

scena

Alla ricerca di Dory (2016): scena

 

 

Altra questione importante, questa però soggettiva: per uno della mia età (dai 19 ai 29, per fare quello che oddiolaprivacy) questo film è emozionante. Tanto emozionante. Appunto per il motivo che nulla del film del 2003 è stato dimenticato, ed io Nemo l'ho visto la prima volta che ero alle elementari, è facile per me commuovermi vedendo che il maestro razza c'è ancora, la barriera corallina è sempre quella, i protagonisti ricordano tutto del viaggio passato attraversando l'oceano fino a Sidney, il piccolo dalla pinna "fortunata" è cresciuto bene ed è un personaggio di una intelligenza straordinaria, Marlin è sempre paranoico e Dory, beh, Dory è Dory. Sempre parlando dei personaggi, un altro punto a favore dell'opera è che alcuni di essi, di quelli nuovi, non sono stati inseriti a caso. Mi riferisco a Destiny, per esempio, o al beluga, al polpo, ai genitori. Tutti sono utili in un modo o nell'altro, persino i leoni marini, i granchietti vicino la vecchia casa delle conchiglie e l'uccello sconvolto. Non solo: molti di essi, alcuni nel primo, altri nel secondo film, aiutano a descrivere il profilo della protagonista, chi in parte minore chi, invece, in maniera importante. Anche attraverso i ricordi di Dory, quasi delle epifanie in alcuni casi, si costruisce tutto l'intreccio dell'opera. Indizio dopo indizio, con cliché di prim'ordine a fare spesso da padroni nella narrazione, la trama risulta godibile nella sua, alla fine, pochezza concettuale. Si presenta però lineare ed estremamente coinvolgente. 

 

 

Andrew Stanton

Alla ricerca di Dory (2016): Andrew Stanton

 

 

Nelle animazioni siamo avanti a tutti e a tutto (Dreamworks chi?). Se Alla ricerca di Nemo (scusatemi se sono ripetitivo nei nomi) era stato d'avanguardia all'epoca per le tecniche in digitale, quest'opera non è certamente da meno. La quantità di dettagli è impressionante! La vasca a cilindro, le mimetizzazioni del polpo che tanto ricordano il mitico Randall, la sequenza a rallenty finale (quella è veramente stupefacente!), quelle di ecolocalizzazione del beluga e tante, veramente tante altre particolarità e scene fanno del lungometraggio un gioiello di un'armonia visiva eccezionale. I colori e la fotografia, le quali vengono messe in evidenza soprattutto nei piani sequenza che gira Stanton, suoi cavalli di battaglia in tutti i suoi lavori, costituiscono l'aspetto più elevato dell'intero comparto tecnico e creano, come al solito, atmosfere che nessun'altra casa di produzione è in grado di riprodurre. Forse lo Studio Ghibli con le tecniche tradizionali. Buone le musiche di Thomas Newman, che riprendono in parte il tema centrale del primo capitolo, colonna sonora per cui si era guadagnato una candidatura all'Oscar nel 2004. 

E' così che si realizza un sequel di un film entrato nel cuore di migliaia se non di milioni di persone.

Complimenti, un'altra volta, a Stanton, al co-regista Angus McLane (BURN-ESmall Fly) e complimenti alla Pixar, invece, per l'ennesimo ottimo lavoro!

 

Ps: valutando in base 5, quindi senza attribuire mezze stelle, considero Alla Ricerca di Dory ottimo e con difetti che non ne screditano la riuscita complessiva (3 stelle) e non un capo d'opera, ovvero un film da quattro stelle piene. Specifico tale metodo di valutazione per evitare di creare confusione tra recensione scritta e voto assegnato.

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