Regia di Andrew Stanton, Angus MacLane vedi scheda film
Un'"immersione" nel proprio passato e alla scoperta di ciò che si è.
L'insegnamento è affrontare le proprie debolezze trasformandole in virtù, e il mezzo con cui è impartito è un viaggio alla ricerca dei propri genitori, che poi è in realtà un'"immersione" (termine, questo, particolarmente adatto all'occasione...) nel proprio passato e alla scoperta di ciò che si è. Il diciassettesimo lungometraggio della Pixar, sequel e contemporaneamente spin-off (perché incentrato sulla pesciolina Dory) di Alla ricerca di Nemo, scongiura il "pericolo copia" – non è una clonazione del film originario – e batte sentieri abbastanza personali: colpisce, per esempio, che l'azione si svolga per ampia parte in un parco acquatico (non meno costellato di pericoli del "Grande Blu", almeno per dei pesci), e conquistano i nuovi personaggi per la loro simpatia (il beluga Bailey, lo squalo-balena Destiny, la coppia di leoni marini Fluke e Rudder, e l'irresistibile polpo Hank). Anche se ben poco è poeticamente sconvolgente come quasi tutto il prototipo era (la sequenza del tragitto col furgone non è delle più liete), la celebre casa d'animazione non si smentisce, armonizzando come solo lei può lo spessore dei temi vagliati con la semplicità intelligente della loro esposizione. Anche stavolta è regista Andrew Stanton: eccellente CGI.
Colonna sonora di Thomas Newman, con cover di Unforgettable di Nat King Cole cantata da Sia.
In Italia, Dory ha sempre la voce di Carla Signoris (Ellen DeGeneres in America) e Marlin quella di Luca Zingaretti (Albert Brooks). Negli Stati Uniti, Hank è doppiato da Ed O'Neill, e mamma e papà di Dory sono Diane Keaton ed Eugene Levy.
BUON film (7) — Bollino VERDE
VISTO al CINEMA
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