Regia di Francesco Giuseppe Raganato vedi scheda film
Interessante documentario sulla campagna elettorale del Movimento 5 stelle soprannominata "Tsunai Tour", che mostra come un ex comico accompagnato da un autista e da due collaboratori sia riuscito a dare voce a un movimento che è diventata la prima forza politica alla camera. Non poca cosa, tenendo anche conto che nel 2008 il PDL e il PD avevano ricevuto qualcosa come 206.518.945 e 180.231.505 miloni di euro di rimborsi elettorali pubblici infischiandosene se un referndum gli aveva aboliti ad ampia maggioranza. Ovviamente, a causa anche della breve durata, il film non riesce a mostrare tutto quello che il movimento rappresenta e le idee che porta avanti ma si mostra capace nell'essere coinvolgente e significativo. Intanto si notano le piazze pienissime nella loro interezza, invece che le solite fotografie strategiche che ritraggono puntualmente Grillo da solo sul palco. Si vedono poi i candidati del movimento e lo stesso Grillo che parlano e discutono in mezzo alla gente, insomma tutto un altro mondo rispetto ai certi politici che vanno in vacanza o all'Ikea accompagnati dalle scorte pagate dai contribuenti. Molto interessante il punto in cui Grillo afferma che quando il movimento entrerà in parlamento i partiti saranno costretti a seguirlo. In realtà è quello che sta avvenendo, anche se però l'impressione è che facciano solo finta di seguirlo. Si può pensare ad esempio ad una legge del governo Letta che prevederà l'abolizione dei rimborsi tra 3 anni, però intanto il PD e il PDL si sono presi e tenuti altri 46 e 38 milioni: insomma si comincia sempre dalla prossima volta. Oppure alla questione del nucleare, dove il PD prima portò al senato Veronesi che era uno dei più convinti sostenitori, poi si improvvisò contrario dopo il disastro di Fukushima. Ho trovato molto indovinata l'idea dei giornali, perennemente contro, stesi come lenzuoli e il finale in cui si dice il risultato elettorale che doppia quello previsto dai sondaggi. Adesso ormai questo movimento sta per finire, è prossimo allo scioglimento, i dissidenti che si stanno ribellando contro l'autoritarismo dall'alto di Grillo e dei poteri forti di Casaleggio e associati. Ovviamente una massa di falsità e banalità gratuite, ma su cui vengono dedicate intere trasmissioni e articoli giornalistici. "L'autista di Grillo che investiva in Costa Rica" e allora? volgiamo paragonare con Lusi, o con Penati, o con Fiorito, o con Maruccio o con potremmo andare avanti a oltranza? Ora poi c'è la solfa del flop delle elezioni comunali, per la prima volta paragonate a quelle nazionali. Nulla importa se alla luce dei fatti il 5 Stelle ha più di 400 consiglieri comunali dove prima non esisteva, mentre le altre forze politiche presenti nei comuni da 70 anni hanno perso voti ovunque. In realtà basterebbe poco per votare un tetto alle pensioni d'oro, togliere il vitalizio agli oltre 2mila e 300 ex parlamentari che ne godono, equiparare gli stipendi della politica alla media europea, togliere i finanziamenti ai giornali, mettere un tetto ai contratti RAI, una seria lotta all'evasione fiscale... e usare quesi soldi per le piccole e medie imprese. Basta poco ma se si vanno a toccare certi privilegi si hanno tutti contro, la speranza è appunto che il movimetno possa farcela con tutti contro e qualcuno che, una volta li, pensa di mettere una possibile carriera politica assai redditizia davanti all'interesse comune. Sarebbe ora anche di introdurre questi referendum partecipativi sostenuti dal 5 Stelle, perchè devono essere i citatdini a scegliere se spendere i miliardi di soldi pubblici per fare la TAV, per comprare gli F35, per rifinanziare le missioni all'estero o per non avere più scuole pubbliche che cadono a pezzi, ospedali pubblici che fanno pena o per introdurre un reddito di sopravvivenza per chi rimane disoccupato o non trova lavoro in modo da evitare altri suicidi. Nel complesso, alcuni aspetti importanti della politica del movimento, come quello ambientale, restano poco approfonditi ma è comunque una valida testimonianza che vale la pena guardare.
Bel country
Una bella interivsta sull'inutilità e i costi degli inceneritori potevano inserirla, ma il documentario si basa maggiormente sul viaggio della campagna elettorale fatta senza soldi pubblici ma solo con libere donazioni. La differenza tra queste donazioni dei simpatizzanti e le spese sostenute è stata poi devolta per la ricostruzione di una palestra terremotata di Mirandola, cosa che le altre forze politiche neanche a pensarci.
Bravo, grande impegno in prima persona
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