Regia di David Grovic vedi scheda film
Diretto da un esordiente con curriculum da attore, su script originale di un altro attore (James Russo), Motel è un divertissement in cui a divertirsi sono solo i nomi del cast & crew. Ingolositi dall’idea di giocare, per l’ennesima volta, con l’icona di boss della mala di Robert De Niro, calandolo in ormai consunti panni caricaturali: quelli di Dragna, pezzo grosso in odore di psicolabilità che affida al suo uomo migliore, Jack, un incarico di semplicità disarmante. Deve solo ritirare una borsa e consegnargliela, senza guardare al suo interno. Il trucco c’è e si vede anche benissimo, dal momento che nel giro di poche ore Jack, borsa alla mano, si ritrova asserragliato in una camera di motel ai margini delle paludi della Louisiana, incastrato dal suo debole per una prostituta nei guai e sotto il mirino di un buon numero di brutti ceffi armati. John Cusack, a sua volta impegnato in un gioco metatestuale (prendendo in giro il suo ruolo di sicario dal cuore d’oro del cult anni 90 L’ultimo contratto), ce la mette tutta per sostenere uno script pigramente adagiato su stilemi pulp che risultavano vecchi già un paio di decenni fa: humour nero, criminali grotteschi, furbate tarantiniane con ammiccamenti lynchani e una buona dose di violenza da stemperare nel registro ironico. Un pasticcio compiaciuto, col pedale del trash mai pigiato a tavoletta, nonostante l’apporto sopra le righe dell’incontenibile De Niro.
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