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Il mistero del Ragnarok

Regia di Mikkel Brænne Sandemose vedi scheda film

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La recensione su Il mistero del Ragnarok

di giurista81
7 stelle

Adventure movie in odore horror che, data la provenienza norvegese, riesce a sorprendere. Mikkel Brænne Sandemose porta a termine un progetto tutt'altro che agevole, snocciolando omaggi a The Descent, Alien Il Mondo Perduto di Spielberg e lo fa dando l'impressione allo spettatore di misurarsi con un prodotto di Hollywood. Bel prologo in costume (ambientazione ai tempi dei vichinghi), con una capretta legata su una zattera liberata sullo specchio d'acqua per stimolare la comparsa di un misterioso mostro (cosa vi ricorda?). Si passa poi ai tempi odierni, con un giovane scienziato degradato al ruolo di guida ma chiamato a esprimersi su un reperto che sembra collegato a un mistero collegato a un sistema criptico di matrice vichinga. Il film procede lentamente, pur in una tensione costante ben resa dalle location boschive e dall'ottima e fredda fotografia. La prima parte scorre via un po' lenta, col mostro che resta celato nell'ombra fino alla parte terminale del film (gli insegnamenti di Spielberg hanno fatto scuola) quando emerge in modo ultra spettacolare saltando fuori dalle acque alla maniera di un delfino. Plauso davvero agli effettisti, che portano in scena con piglio realistico un serpentone di proporzioni bibliche senza dare la fastidiosa sensazione tipica della computer grafica neppure quando il regista chiude sui primissimi piani. La ricerca di reperti vichinghi si trasforma, nella parte finale, in una lotta per la sopravvivenza al cospetto di un enorme serpente acquatico, capace anche di vivere fuori dall'acqua, legato alla tradizione folkloristica norvegese. Uova contenenti cuccioli, teschi umani e un ossario sotterraneo sono il preluidio all'emergere della bestia (ruggisce) che non vuole però semplicemente uccidere. Alla stessa maniera del T-Rex de Il Mondo Perduto di Spielberg, vuole semplicemente recuperare il cucciolo che qualcuno, all'insaputa degli altri, ha rubato dal nido per condurlo in città e strappare riconoscimenti. Niente di nuovo sul versante del soggetto, ma ottimamente confezionato e ben diretto. Plauso alla casa di produzione e all'intero staff norvegese. Piccolo gioiello.

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