Regia di Pier Paolo Pasolini vedi scheda film
La ricotta è uno dei quattro episodi del film RO.GO.PA.G., in cui tutti gli episodi sono diversamente ispirati al saggio di Packard, I persuasori occulti, e alle diverse reazioni di fronte ai bisogni indotti imposti dalla società dei consumi per consentire lo sviluppo industriale.
Ma l'episodio di gran lunga più notevole è quello di Pasolini, La ricotta; anche questo si inserisce nel contesto del consumismo e nel discorso di opposizione ad esso di tutti gli episodi; qui il consumismo è evidente negli apparati dell'ultima cena filmata in precedenza, a colori, come la crocifissione e deposizione (ispirata al Rosso Fiorentino più che al Pontormo citato da Di Giammatteo), mentre la realtà è in bianco e nero; il regista lo dice in modo esplicito (e autocritico) al giornalista venuto a intervistarlo: lui è marxista, ma il produttore è anche proprietario del giornale per cui scrive quel giornalista, cui il regista augura di morirgli davanti in quel momento, per ottenerne vantaggi pubblicitari per il film; non è più detto, ma è ovvio che la morte finale del povero Stracci, scritturato a fare il buon ladrone sulla croce, sarà accolta con la stessa soddisfazione interessata, ai fini di un consumismo cui è funzionale il film su Gesù. Stracci aveva rinunciato al suo cestino per darlo ai familiari, poi cerca in tutti i modi di ottenere qualcosa da mangiare per sé, ma gli va tutto male, finché riesce a procurarsi una abbondante ricotta, che divora famelicamente durante una pausa di lavorazione del film; tutta la troupe del film, vedendolo, gli fornisce i cibi che erano stati presentati sulla tavola per la scena dell'ultima cena, e lui divora tutto ciò che può. Poi, sulla croce, di fronte ai pezzi grossi e giornalisti e televisione venuti ad assistere alla scena conclusiva del film, la crocifissione e deposizione, non può recitare la sua battuta perché è morto. Vicenda chiaramente e ingenuamente polemica, ma adatta ad un apologo e narrata con la poesia estrosa del racconto popolare. Ottimo. Il regista del film è una felice sintesi di caratteristiche di Pasolini stesso, che in esso in parte si specchia, e dello stesso Orson Welles, altro grandissimo regista, che vi ha messo anche di suo…
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta