Regia di Massimo Troisi vedi scheda film
Finalmente sono riuscito a vederlo anch'io questo esordio di Massimo Troisi che ebbe tanto successo e riscosse molti apprezzamenti nell'Italia di circa trent'anni fa, facendogli vincere anche il Nastro d'argento e il David di Donatello come miglior attore. La comicità di Troisi resta l'elemento di maggiore solidità, con i suoi dialoghi esilaranti e i suoi buffi tormentoni linguistici in un dialetto spesso molto stretto che in parte ne condiziona la comprensione, ma che suscitano ancora oggi risate liberatorie. Non ho una conoscenza esaustiva degli altri film di Massimo o dei suoi programmi televisivi per poter fare paragoni, ma mi fido che questo sia uno dei suoi lavori migliori (certo una spanna sopra al suo ultimo film "Il postino"). La sceneggiatura ha il merito di affrontare con leggerezza temi che erano di stretta attualità nei primi anni 80 e riesce a dare il giusto spazio anche ad altri attori, fra cui un Lello Arena davvero spassoso e una Fiorenza Marchegiani calata con sicurezza nel ruolo della ragazza indipendente. Fra le varie scene da segnalare almeno quella al Centro di Igiene mentale con Marco Messeri malato di mente e il monologo su san Francesco che parlava agli uccelli, ma i momenti da citare sarebbero parecchi. Non è un capolavoro della comicità al cinema come vorrebbero i fan più sfegatati perché la regia non ha una simile originalità e si accontenta un po' troppo di seguire un modello teatrale dove contano più i dialoghi che le immagini, ma anche in questo Troisi dimostra di essere uno dei pochi eredi di talento di Totò e di Eduardo. La sua precoce scomparsa resta una perdita grave per il cinema e lo spettacolo italiano.
Voto 7/10
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