Regia di Giovanni Cioni vedi scheda film
Un progetto covato a lungo, Per Ulisse. Un progetto al quale Giovanni Cioni ha dedicato moltissimo tempo ed energie, mettendolo a più riprese in discussione sia come gesto filmico sia come operazione politica. Invitato a Firenze in un centro di socializzazione per tossicodipendenti, persone senza domicilio o rilasciati dal carcere, il regista si è offerto di realizzare un film con gli ospiti del posto. Non un film su di “loro” ma con “loro”. Per “loro”, seguendo la traccia della peregrinazione di Ulisse. Cioni muove dal solco omerico, considerato come la scena primaria dell’uomo moderno. L’aspirazione di essere padrone del proprio destino. Preda di un infinito e instancabile andare e tornare. Ulisse, il primo a sperimentare la vertigine della possibilità di avere mille nomi e il nome che li nega tutti. Nessuno. Consapevole di potere scomparire senza lasciare traccia. Così il film di Cioni si muove seguendo una lontana eco musicale. Dalla lirica omerica all’epica; sfiorando il romanzo, epopea borghese, che a Cioni serve per appurare il fallimento di un modello, abbracciando infine nuovamente la lirica, il canto, come segno resistenziale. Giovanni Cioni, uno dei maestri del cinema del reale contemporaneo, salda nel suo gesto la commozione pasoliniana, l’atonalità di Alberto Grifi e il rigore stoico di Franco Maresco. Per Ulisse è un lavoro altissimo, esemplare nella sua umanissima radicalità.
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