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Alyce

Regia di Jay Lee vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Alyce

di undying
6 stelle

L'isolamento, la timidezza e la repulsione verso l'altro sesso spingono Alyce a desiderare l'attenzione della sua migliore amica. L'uso di sostanze stupefacenti, aprendo un varco verso la follia, condurrà la protagonista verso l'omicidio. Quello più spietato, crudele e intollerabile.

 

locandina italiana

Alyce (2011): locandina italiana

 

Alyce (Jade Dornfeld) è una ragazza introversa e molto problematica nel relazionarsi con il prossimo. Poco attraente fisicamente, sembra nutrire un'attrazione verso la migliore (e unica) amica di nome Carroll (Amara Zaragoza). Quando quest'ultima scopre il tradimento del suo compagno, per meglio sopportare la delusione conduce Alyce da Rex (Eddie Rouse), uno spacciatore di droghe. Sotto effetto di sostanze stupefacenti, le due ragazze salgono sul tetto di un grattacielo.

 

Jade Dornfeld

Alyce (2011): Jade Dornfeld

 

"Dove vanno le fiamme di una candela, dopo che si è consumata del tutto?" (Alyce)

 

Jade Dornfeld

Alyce (2011): Jade Dornfeld

 

Il regista Jay Lee si era distinto per un horror/parodia piena di pornostars, quindi di gnocche, culi e tette: Zombie strippers! Era il 2008 e il giochino, ovviamente da non prendere sul serio, aveva anche funzionato, facendo il giro del Mondo. Con all'epoca già un paio di precedenti (The slaughter è del 2006, mentre il debutto in regia risale al 2002, con il titolo Noon blue apples) e quindi forte di una certa esperienza, Jay Lee decide stavolta di immergersi a capofitto nell'universo incomprensibile di una mente (molto, troppo) malata. Quella di Alyce, una persona brutta sotto ogni aspetto. Tanto che la sua conformazione cranica sarebbe di certo figurata da valido esempio nel catalogo del criminologo Lombroso, come testimonianza che sì -sotto sotto- la perversione umana si manifesta nei lineamenti del volto e soprattutto nella conformazione del teschio.

 

Jade Dornfeld

Alyce (2011): Jade Dornfeld

 

Preambolo lungo, per una recensione presa un po' alla larga. Forse perché, inconsciamente, fortemente indeciso sulla qualità del prodotto. Che inizia male, presentando le due ragazze in volgare intimità, ovvero in grado di dialogare sporco, come nemmeno il più negletto scaricatore di porto. Jay Lee, operando all'opposto di quanto fatto in Zombie strippers!, ci propone qui un valido esempio di donne antifemminili, in grado di raggiungere momenti di sfibrante e ossessiva coprolalia, seguita da fatti anti erotici. In questo, ovvero nell'annichilimento della femminilità, Alyce anticipa di qualche anno l'altrettanta poco attraente protagonista di Excision, persino nella tendenza lesbo-necrofila manifestata a sorpresa durante l'esposizione nel feretro del corpo -inanimato e ricomposto- della desiderata amica Carroll (con sottofondo del malinconico brano Sonata al chiaro di luna!).

 

scena

Alyce (2011): scena

 

Alyce e Carroll, due nomi che ricordano anche la protagonista e l'autrice di una celebre fiaba ma senza alcun secondo fine da parte di Jay Lee. Anche se, verso metà film, l'autore tenta di inserire un tema moralmente significativo, incrociando scene di guerra sul versante mediorientale con una intelligente deduzione -sui crimini perpetrati dai colletti bianchi- messa in bocca allo spacciatore Rex. E la stima verso il prodotto -a questo ulteriore livello- vince sulla naturale antipatia evocata dalla antisociale e insopportabile Alyce. Ma il salto verso l'alto, ovvero il recupero di qualità, Jay Lee se lo gioca in "zona cesarini". Ovvero nell'ultimo quarto d'ora: è qui che il terribile mix tra follia, depressione ed effetto droga induce la protagonista a compiere azioni oltre ogni umana e (in)concepibile deviazione. "Finirò domani", dice Alyce al vicino di casa, che protesta per i fragorosi rumori notturni. "Di fare che cosa?", chiede l'uomo sorpreso dall'inquietante sorriso della ragazza, ottenendo una incredibile risposta: "Di fare a pezzi un cadavere. Lo stavo triturando...." 

E gli stati d'animo indotti da sostanze stupefacenti, come ben evidenziato in principio, ovvero nella caduta non casuale di Carroll dall'alto di un palazzo, passano anche attraverso l'azzeramento di ogni minimo senso logico, arrivando a rendere candidi e ingenui atteggiamenti di fatto in netto contrasto con ogni più (im)morale azione. Con un finale così spiazzante, per quanto ultrasplatter e gore, non sorprende dunque che Jay Lee torni in seguito, di nuovo, sulla scena del crimine. Gira infatti nel 2013 House with 100 eyes, film su una coppia intenzionata a realizzare tre snuff contemporaneamente, ovvero una trilogia con tre distinte vittime catturate, torturate e filmate sino alla morte, in una sola notte. Qualcosa tipo Capture kill release ma all'ennesima potenza.

 

scena

Alyce (2011): scena

 

"Cosa ti hanno fatto? Hai una cera terribile eppure sei così reale..." (Alyce al feretro di Carroll)

 

Jade Dornfeld

Alyce (2011): Jade Dornfeld

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