Regia di Wes Anderson vedi scheda film
Un confetto soffice, dolce, variopinto, nostalgico, spassoso e positivamente non convenzionale.
Grand Budapest Hotel (2014): Paul Schlase, Tony Revolori, Tilda Swinton, Ralph Fiennes
Un confetto soffice, dolce, variopinto, nostalgico, spassoso e positivamente non convenzionale: così è definibile Grand Budapest Hotel, ottava pellicola di Wes Anderson. Il regista texano, anche sceneggiatore, vuole omaggiare la fervida immaginazione dello scrittore austriaco Stefan Zweig (anche citato nei titoli di coda), e per farlo ricorre a un plotone di attori sensazionali: un superbo Ralph Fiennes (il suo pittoresco concierge lascia il segno), un convincente Tony Revolori, un esilarante Willem Dafoe, uno strambo Adrien Brody, e poi Tilda Swinton, Bill Murray, Jason Schwartzman, Owen Wilson, Edward Norton, Saoirse Ronan... Anderson delizia letteralmente il suo pubblico con un canovaccio leggero e appassionante, sbalorditivi artifizi di ripresa (i movimenti di macchina sono rettilinei e le inquadrature fisse, come nel consueto stile di Anderson), quattro rapporti d'aspetto che scandiscono quattro epoche (1932, 1968, 1985, oggi), costumi fastosi, scenografie dai mille colori. E inoltre recupera un tipo di messa in scena composta e d'altri tempi, dalla quale sboccia un umorismo raffinatissimo. Sembra in sostanza di guardare dal vivo un film comico degli anni Venti: trovarvi una qualche profondità di significato è pressoché impossibile, ma lo è anche non divertirsi.
La superlativa colonna sonora è del celebrato Alexandre Desplat.
OTTIMO film (8) — Bollino VERDE
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Desplat non sbaglia un colpo...
Un compositore che apprezzo particolarmente... L'Oscar questa volta l'ha proprio meritato... L'aveva già sfiorato con “Fantastic Mr. Fox” (tra l'altro sempre di Anderson), ma qui è proprio meritato!
Commenta