Regia di Wes Anderson vedi scheda film
E’ il cinema di Wes Anderson, prendere o lasciare, scrive Natalino Bruzzone. Non sono completamente d’accordo, questo è un Wes Anderson a metà. Postmoderno e retrò al tempo stesso, paesaggi di cartapesta e personaggi stralunati, inquadrature ardite e colori che sono un tripudio per gli occhi. Ma dietro l’estetica, il cinema passato di Wes Anderson ha saputo incastonare romantiche fughe d’amore, la ricerca di sé stessi lungo binari coloniali, il confronto con la propria leggenda trasfigurata da favolistici mondi marini. Emozioni, riflessioni. Ecco in Grand Budapest Hotel, tutto questo latita. Autoreferenziale e citazionista, è un film fine a sé stesso. Gli attori sono in parte con un Willem Dafoe più iconograficamente vampiro che nell’ Ombra del vampiro. Un film minore, all’interno della propria produzione, nonostante ciò è comunque cinema di Wes Anderson. Prendere o lasciare. Certamente prendere.
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