Regia di Luciano Tovoli vedi scheda film
Le tombe scoperchiate non fanno rumore, non risuonano squilli di tromba, perché non c’è giudizio universale né trionfo d’eroi, le lacrime sono ormai asciutte e l’amore perduto è solo un freddo rimpianto. Eppure, per certa retorica, il corpo di chi giace disperso in un luogo straniero è tanto più sacro, e la sua anima più degna d’encomio. Invece, nei fatti, quel che resta è solo l’ombra di una vita, che magari, in guerra, ha seminato anche odio e dolore, e adesso è, per alcuni, soltanto un sinistro feticcio, che suscita sentimenti contrastanti. “L’armata ritorna” è un film che avanza a fatica, al ritmo incostante e incerto di una ricerca anomala e disperata. Anche le emozioni rimangono strozzate in gola, quando il terreno di gioco è un campo di anonima morte, e l’unico possibile trofeo è un grigio mucchio di ossa.
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