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Mary, Queen of Scots

Regia di Thomas Imbach vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Mary, Queen of Scots

di alan smithee
6 stelle

FESTIVAL DI LOCARNO - CONCORSO INTERNAZIONALE
La vita e l’epopea di Maria Stuarda ha sempre appassionato e trovato terreno fertile in molta letteratura e successivamente in svariate trasposizioni cinematografiche. Una vita intensa la sua, sempre al centro di complotti e trame dalle quali dipendevano i destini di tre monarchie tra le più rappresentative d’Europa. Un’esistenza avventurosa e concitata come un lungo rutilante film, che a raccontarlo sembra un fotoromanzo. dato che la Storia (-uella ufficiale che leggiamo nelle pagine dei libri scolastici - non si prende cura di soffermarsi, se non con un cenno minimale, al lungo periodo di detenzione e prigionia sotto l’egida ingannevole ed infida, anzi letale, della rivale cugina (protestante, a differenza di lei cattolica); quella Elisabetta implacabile sulla cui misericordia e comprensione ella farà invano conto, assicurandosi in tal modo solo la condanna a morte.

Una regina moderna e fin troppo tollerante, che nel corso della sua breve ma concitata vita “perse tre mariti, tre regni e una testa”. Nata regina di Scozia, divenuta regina di Francia ancora ragazzina, ambisce a riconquistare la sua terra natia ma le trame la portano in Inghilterra dalla cugina Elisabetta, cioè dalla “padella alla brace”.

Il pregio principale dell’opera dello svizzero Imbach è a mio avviso quello di evitare ogni confezione sfarzosa e stucchevole per fornirci finalmente una rappresentazione realistica, nervosa e nevrotica di un carattere ribelle, democratico e mai domo, ma proprio per questo, forse per la passione dei sentimenti che la muovono, un po’ ingenuo e poco avvezzo a difendersi adeguatamente dalla brutalità delle trame che la cattiveria circostante le ordisce addosso senza pietà.

Certo di fronte a tutta questa incandescenza di avvenimenti e trame oscure, il film risulta in effetti un po’ troppo freddo, quasi inerte: nemmeno la bellezza realistica e un po’ troppo moderna della dinamica protagonista Camille Rutheford riesce a conferire la vitalità necessaria perché il film provochi le scosse di passione che la storia ha scritto e forgiato su questo sfortunato e controverso personaggio di regina errabonda e senza pace.

 

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