Regia di Stefano Reali vedi scheda film
Vita e opere di un tenore di fama mondiale all'inizio del Novecento: Enrico Caruso.
Fiction striminzita nei contenuti e ancora di più nei mezzi, targata Rai e licenziata da un esperto mestierante delle pellicole televisive: Stefano Reali, anche co-autore della sceneggiatura insieme a Massimo De Rita, Simone De Rita (questi ultimi due anche soggettisti), Filippo Gravino e Guido Iuculano. L'omaggio a Enrico Caruso non è esattamente riuscito, ma neppure si trasforma in oltraggio; il film è semplicemente una ricostruzione che abbonda di stilizzazioni (nei personaggi) e di patetico (nelle situazioni) della vita del grande tenore, con qualche momento involontariamente comico/trash (si pensi solamente a Vanessa Incontrada che gorgheggia come un usignolo, ovviamente in playback evidente) e una tenuta narrativa nel complesso accettabile. Due puntate da circa due ore di durata ciascuna: una mazzata complessiva di quattro ore per due prime serate tv all'insegna della 'cultura' o di quanto dovrebbe rappresentarla per i dirigenti Rai del 2012: meglio una vita approssimativa e girata maluccio di Caruso che i cinepanettoni, in fin dei conti. Nel cast, oltre alla citata Incontrada, troviamo Martina Stella (di bene in meglio), Maurizio Mattioli, il quasi esordiente Gianluca Terranova (che ha dalla sua l'innegabile pregio di essere effettivamente un tenore anche nella vita reale: ma non un attore, per quanto in tanto cast finisca per non sfigurare affatto), Fabio Fulco e Yari Gugliucci. Per Reali è tutta ordinaria amministrazione: nè più e nè meno - qualitativamente - del suo prodottino medio. Rispetto alla biografia dello stesso artista filmata da Giacomo Gentilomo nel 1951 (Enrico Caruso, leggenda di una voce), Caruso - La voce dell'amore punta meno sull'infanzia miserrima e travagliata del protagonista, ma accentua comunque altri elementi patetici/emotivi della storia del tenore in maniera altrettanto gratuita e sostanzialmente inutile. 2,5/10.
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