Regia di Alessandro Blasetti vedi scheda film
Un musicista, abbandonato dall'amata, precipita nello sconforto. Mentre vagabonda per la città con una pistola in tasca, deciso a farla finita, fa due importanti incontri: prima salva la vita a un bambino che sta per essere investito da una camionetta, poi conosce una bella ragazza che, sull'autobus, nota la pistola e capisce le intenzioni dell'uomo. Lo dissuaderà dal compiere il folle gesto.
Chiodo scaccia chiodo. Tutto qui? Tutto qui. Resurrectio poteva essere il primo film sonoro italiano, se non fosse nel frattempo uscito La canzone dell'amore di Gennaro Righelli; che ci si trovi ancora in una situazione artisticamente e tecnicamente ibrida pare evidente già dai primi minuti di questa pellicola dal ritmo, dalle inquadrature e dalla recitazione in perfetto stile cinema muto (bella forza, si dirà: quello c'era stato fino a quel momento), ma con alcune sequenze parlate che inevitabilmente concedono alla trama un respiro più ampio e ai personaggi una dimensione più profonda, cosa che lascia presagire gli sviluppi futuri della settima arte. Alessandro Blasetti scrive e dirige questa storia di resurrezione metaforica nella quale un musicista va all'inferno per colpa della donna amata e dall'inferno ritorna grazie a un'altra donna amata: nulla di eccezionale, anzi, poco più che un esercizio per un regista ancora giovane, ma determinato a lasciare il segno – e come è noto lo farà. Apprezzabili i due protagonisti centrali, Daniele Crespi e Lya (Lia) Franca, a dispetto di una carriera artistica per entrambi piuttosto breve. 3,5/10.
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