Regia di Sergio Sollima vedi scheda film
La resa dei conti è il primo dei tre western (spaghetti) girati in rapida sequenza da Sollima, fino a quel momento autore di modestissimi peplum, spy movie e sottoprodotti affini. La marcia in più del lavoro, che si inserisce in un genere ormai saturo e che pullulava quindi di agguerrita concorrenza, sta nella sottotrama sociopolitica che permea la sceneggiatura firmata dal regista e da Sergio Donati, un apologo - fin troppo scoperto, non particolarmente sottile - sul concetto di giustizia e sul suo rapporto con il potere e il denaro. Plusvalore ulteriore proviene dalle scelte di casting, che vedono impegnati nei ruoli centrali l'impareggiabile Lee Van Cleef e Tomas Milian (sempre presente nella triologia western di Sollima, e nel successivo Corri uomo corri con un altro personaggio, ma dal medesimo nome di Cuchillo), con innesti nelle parti di contorno che pescano con fortuna fra i caratteristi del filone: Fernando Sancho, Nieves Navarro, Roberto Camardiel, ma anche Luisa Rivelli. Nota negativa proviene invece dal finale, che vede un duello conclusivo più parlato che agito e, in quel poco di agito, francamente un po' blando. Le musiche sono di Morricone, che è stato però più in forma in altre occasioni. 5,5/10.
Il cacciatore di taglie insegue la sua prossima vittima, un assassino violentatore; lo raggiunge, lo molla, lo perde; ricomincia la sfida, ma quando lo ritrova si rende conto di trovarsi di fronte a un innocente.
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