Regia di Jean-Pierre Melville vedi scheda film
La versione di 97 minuti, decurtata di quasi un’ora rispetto a quella originale, è ridotta all’osso, ad un film di pura azione che non lascia alcuno spazio alla riflessione. L’eliminazione dei tempi morti produce una storia dal ritmo serrato, densa di avvenimenti, in cui la tensione è costantemente altissima. In questo senso, il taglio può forse essere visto come un intervento di chirurgia estetica, che ha potenziato l’efficacia narrativa senza tradire lo spirito dell’opera: agire in fretta, secondo le ferree leggi della necessità, sembra essere il filo conduttore della vicenda, in cui non ci sono valori etici di riferimento, ma solo lo spietato codice della lotta clandestina. Tra le file sparse della Resistenza non c’è nemmeno posto per il coraggio, che deve cedere il passo alla freddezza: non è infatti la paura il nemico da sconfiggere, bensì la compassione, che induce ad esitare e a concedere, a chi ha sbagliato, una rischiosa seconda possibilità. Quando non c’è scelta, cade la distinzione tra figure positive e negative, non esistono gesti memorabili né eroi, ed è la guerra totale l’unica, vorace, sovrana in terra. E combattere nell’ombra, significa fare di se stessi un’ombra, riducendo al silenzio non solo il poderoso fragore della parola, ma anche il tenue soffio del pensiero.
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