Regia di Jean-Pierre Melville vedi scheda film
Film duro sulla resistenza francese, incluso fra due esecuzioni fra partigiani: all'inizio Philippe Gerbier (Ventura), uno dei capi, catturato per la denuncia di un compagno, riesce ad evadere e con due compagni "giustizia" il giovane delatore; alla fine la coraggiosa e abile e generosa Mathilde (Signoret), catturata, resisterebbe alle torture ma i tedeschi per farla parlare minacciano di chiudere la sua giovane figlia in un bordello militare, e la liberano per consentirle di conoscere i movimenti ed i rifugi dei compagni; Gerbier, che era stato nuovamente catturato dai tedeschi e liberato audacemente proprio da Mathilde mentre stava per essere fucilato, con rincrescimento dà ordine di ucciderla, cosa che forse lei stessa avrebbe desiderato (non si uccide lei perché la sua religione glielo vieta). Un film duro, che sotto un aspetto realista non lo è proprio nei momenti chiave della vicenda, le due fughe del protagonista (soprattutto la seconda) e il fatto che i tedeschi liberino Mathilde. Molti episodi sono forzati, la parentesi inglese mi pare inutile, le recitazioni sono ottime, ma non bastano a farne un buon film: nell'insieme è appena discreto.
Il regista è stato a lungo ingiustamente ignorato, ma, come è normale in ogni riscoperta, ora i suoi (innegabili) pregi finalmente riconosciuti sono messi in tale evidenza da far trascurare i suoi limiti.
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