Nell'ottobre 1942, nella Francia occupata dai tedeschi, il capo di un gruppo clandestino organizza la fuga in Inghilterra di persone importanti della Resistenza. Nel tentativo di salvare due compagni catturati dalle Ss, l'uomo si fa prendere a sua volta ma riesce a fuggire. Viene informato che una loro compagna è nelle mani della Gestapo. Resisterà alle torture? L'unica soluzione, per quanto penosa, è eliminarla. Si tratta di un film molto duro, decisamente doloroso, sui pericoli corsi dai partigiani francesi e soprattutto sulle loro scelte difficili. Lo stile secco e nervoso, gli ambienti cittadini minacciosi, l'interpretazione (specialmente di Lino Ventura e di una tragica Simone Signoret) fanno di questo film di Melville uno stupendo esempio di 'noir' bellico.
Come per Il Disprezzo godardiano, la versione manipolata è immonda mentre l'originale è un capolavoro (L'Armée des Ombres dura 145 min, non uno di meno!). Lo si tace, ma il poker realizzato da JPM tra il 1966 e il 1970 non ha eguali. Si forgia la radicale ontologia di uno sguardo che ridefinirà buona parte del cinema a venire, ben oltre i generi.
La versione italiana di 1 ora e 36 minuti ( anche se sul retro del dvd italiano viene erroneamente citata una durata di 145 minuti ) penalizza molto la visione di questo film. Peccato.
Racconto severo privo di enfasi sulla resistenza al nazismo in Francia. A tratti fin troppo asciutto e lento, il film contiene momenti bellissimi, come la fucilazione al passo di corsa e intensi come l'esecuzione del traditore. Notevole la fotografia desaturata di Pierre L'Homme.
Confermo che il film è un po' lento nel suo dipanarsi. Sono i tempi dell'epoca in cui tutto è come congelato dalla guerra e dall'impossibilità di muoversi ed agire liberamente. Tutto è ingessato e solo pochi coraggiosi hanno il coraggio di agire. Facile essere quindi scoperti in un mare di immobilità. Rende bene il clima tetro dell'occupazione nazi
Come ci informa Mereghetti, il film «in originale durava 150', poi tagliato a 135', ma in Italia fu ulteriormente ridotto a 107'». E tuttavia è ancora troppo lungo. Una dura prova per la Resistenza, quella dello spettatore.
Nel 1942 il territorio francese è sotto il dominio, diretto o indiretto, tedesco. Philippe Gerbier, un intellettuale dissidente, è arrestato dalla polizia collaborazionista di Vichy e recluso in un campo di prigionìa, ove entra a contatto con i più disparati personaggi, i quali hanno in comune l'essere sgraditi al regime, per ideologia, origine o sospetto. Rafforzato… leggi tutto
Film duro sulla resistenza francese, incluso fra due esecuzioni fra partigiani: all'inizio Philippe Gerbier (Ventura), uno dei capi, catturato per la denuncia di un compagno, riesce ad evadere e con due compagni "giustizia" il giovane delatore; alla fine la coraggiosa e abile e generosa Mathilde (Signoret), catturata, resisterebbe alle torture ma i tedeschi per farla parlare minacciano di… leggi tutto
Dispiace dover usare il termine "brutto" per questo film. Perché si avvale di ottimi attori e di un grande regista. Ma tutta la storia è forzata, i dialoghi non rendono e gli interpreti, pur essendo di ottimo livello, in questo film si muovono impacciati, non convinti del proprio ruolo. Melville voleva farne un film asciutto ed essenziale, ma alla fine ne è venuta fuori un'opera sterile e… leggi tutto
Nel 1942 il territorio francese è sotto il dominio, diretto o indiretto, tedesco. Philippe Gerbier, un intellettuale dissidente, è arrestato dalla polizia collaborazionista di Vichy e recluso in un campo di prigionìa, ove entra a contatto con i più disparati personaggi, i quali hanno in comune l'essere sgraditi al regime, per ideologia, origine o sospetto. Rafforzato…
Buona visione di questi 14 film dedicati - anche se sono troppo pochi - a mezzo secolo di Cinema francese (dagli anni '30 agli '80).
Da parte mia, una gran parte li ho visti per la prima volta negli ultimi sei o sette…
I don't give a fuck.Letteralmente (bambini, a letto) "Non me ne frega un cazzo".Lo dice in diretta televisiva Vivienne Rook - agghiacciante personaggio della… segue
Nel mese di dicembre questo film ha ricevuto 3 voti
JEAN-PIERRE MELVILLE
La violenza come fine necessario alla riunificazione; il tradimento come fine dell'unità di una nazione.
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"È quasi impossibile trovare copie nitide di VIAGGIO A TOKYO, TARDA PRIMAVERA e IL GUSTO DEL SAKÈ. Ma la colpa è delle vostre lacrime." ~ Aki Kaurismaki
"La vita è come la scala di un…
Perché andiamo al cinema? ... Perché ci crogioliamo sul nostro divano per vederci un bel Home Video? ... Ci sono mille motivi! Il cinema fa sognare, ma si gusta, si riesce a interpretare perché il…
Il mio primo ricordo di Claudio G. Fava è legato allo schermo in bianco e nero. La voce pacata, l'eloquio fluido che non aveva smarrito però l'accento genovese, gli occhi del cinefilo smaliziato da cui…
Eccezionale, efficace, scioccante ed incisivo film sulla resistenza francese; a mio parere uno dei migliori sul tema. Interessante ed incisivo appunto perché ci viene mostrata la resistenza sotto tutti i suoi punti di vista: quello eroico e quello meno eroico (i partigiani non si fanno problemi ad uccidere chi tradisce senza processo o contraddittorio). Perciò Melville fa sì che la sua armata…
"Quando ti si sgretola il pavimento sotto,resistere o arrenderti sono due facce della stessa voglia di distruggerti" Pino Cacucci. Resistere,come imperativo categorico d'una causa. Vinta o persa che sia non fa differenza,l'importante è andare avanti.Controvento o divenendo "ombre" del proprio destino.Gli "eroi" di Melville vivono in questo limbo temporale,senza scelta,se non quella di piegarsi…
Un capolavoro, rarefatto, duro. Rappresenta la durezza della resistenza tramite l'annullazione delle emozioni dei personaggi. Non si compromettono e non abbandonano il loro fine. Certamente pesante per chi ama i film contemporanei. Diciamo che è antitetico a Tarantino. Melville gioca in sottrazione ma se si accettano le sue regole il film è appassionante nella sua coerenza. Lino Ventura è…
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Commenti (7) vedi tutti
Come per Il Disprezzo godardiano, la versione manipolata è immonda mentre l'originale è un capolavoro (L'Armée des Ombres dura 145 min, non uno di meno!). Lo si tace, ma il poker realizzato da JPM tra il 1966 e il 1970 non ha eguali. Si forgia la radicale ontologia di uno sguardo che ridefinirà buona parte del cinema a venire, ben oltre i generi.
commento di Inside manLa versione italiana di 1 ora e 36 minuti ( anche se sul retro del dvd italiano viene erroneamente citata una durata di 145 minuti ) penalizza molto la visione di questo film. Peccato.
commento di Andre1911Racconto severo privo di enfasi sulla resistenza al nazismo in Francia. A tratti fin troppo asciutto e lento, il film contiene momenti bellissimi, come la fucilazione al passo di corsa e intensi come l'esecuzione del traditore. Notevole la fotografia desaturata di Pierre L'Homme.
commento di michelConfermo che il film è un po' lento nel suo dipanarsi. Sono i tempi dell'epoca in cui tutto è come congelato dalla guerra e dall'impossibilità di muoversi ed agire liberamente. Tutto è ingessato e solo pochi coraggiosi hanno il coraggio di agire. Facile essere quindi scoperti in un mare di immobilità. Rende bene il clima tetro dell'occupazione nazi
commento di BradyVoto 5,5. [15.04.2012]
commento di PPCome ci informa Mereghetti, il film «in originale durava 150', poi tagliato a 135', ma in Italia fu ulteriormente ridotto a 107'». E tuttavia è ancora troppo lungo. Una dura prova per la Resistenza, quella dello spettatore.
commento di sasso67Storico,ben costruito ma un po' pesante.
commento di rosario