Regia di Mario Sesti vedi scheda film
Tenere il passo con un uomo in anticipo sui tempi è impresa ardua e avventurosa: la passeggiata dell’ingegner Carlo Emilio Gadda, un percorso quotidiano rigidissimo tra le vie di Roma, diventa la traccia topografica per risalira la biografia di un gigante della letteratura italiana. L’occasione è il quarantesimo anniversario della morte dell’autore di Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, scomparso il 21 maggio del 1973 dopo aver lasciato un segno indelebile sulla cultura del Belpaese;?un segno che il documentario non vuole celebrare in modo agiografico, ma piuttosto far riecheggiare nelle parole di chi l’ha conosciuto (Maurizio Barletta, “pedinatore” lungo le vie del passeggio di Gadda) e di chi negli anni ha rinfocolato le fiamme della sua opera vitalissima e rivoluzionaria (Fabrizio Gifuni, che sul palcoscenico ha portato L’ingegner Gadda va alla guerra). Un «grizzly cortese e ossequioso», i cui lavori d’inchiostro e muratura hanno lasciato frammenti molteplici e iridescenti: se lineare e inflessibile era il percorso con cui andava a spasso, rifugge coraggiosamente la linearità il documentario, che spazia con disinvoltura dall’uso dell’interpunzione di Gadda alla sua salute accidentata, dalle bestemmie lanciate per intemperanza alle parole (declamate da Pino Calabrese) delle sue pagine. Un ritratto inafferrabile, in continuo movimento, come l’uomo che egregiamente omaggia.
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