Regia di Alberto Sironi vedi scheda film
Il commissario deve districarsi tra una relazione pericolosa e un'indagine "esplosiva"; inganni e illusioni lo circondano come un labirinto di specchi, ma, come sempre, saprà uscirne con intelligenza. Dopo un'ora abbondante poco avvincente e a ritmi molto bassi, l'episodio acquisisce forza e interesse nella parte finale. Voto 5 e mezzo.
La bella vicina dall'auto in panne (Barbora Bobulova) sembra intenzionata a far perdere la testa al commissario, il quale se ne avvede, è intrigato, ma mangia la foglia (oltre a un sacco di arancini di Adelina) : intuisce che c'è qualcosa di poco chiaro dietro ai suoi comportamenti seduttivi, probabilmente un secondo fine; quando tutto sarà passato, però, tornerà col pensiero a quel breve incontro, in cui forse non tutto era falso, con la nostalgia che accompagna un amore perduto. Parallelamente scoppia, è il caso di dirlo, il fattaccio brutto di via Pisacane, drammatizzata dall'agente Catarella, storpiatore scelto, in un vivace "via pussa-via-cane": un sinistro avvertimento esplosivo, non si sa perchè, non si sa per chi; Montalbano si muove per scoprirlo, temendo che l'evento ne preannunci altri peggiori, ma tra depistaggi, gente che sa ma non vuol dire e fattori confondenti vari non trova il bandolo della matassa sino a che il rinvenimento di un cadavere, anzi, di "un morto in stato di catafero morto" in catarelliano burocratico, non indirizza le sue ipotesi verso il quadro più fosco e tinto. "La signora di Shanghai" di Orson Welles, citata dal commissario in un discorso con Fazio, non ispira soltanto il titolo del racconto, con la celebre scena finale degli specchi, ma aleggia su tutta la storia, soprattutto nella definizione di alcuni personaggi.
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