Regia di Andrea Di Stefano vedi scheda film
Attenzione ad innamorarsi della persona sbagliata, anche se può avere buone qualità, magari è imparentata male. Ad un giovane canadese che ha scelto di passare un periodo vivendo in Colombia con il fratello, in un caravan, insegnando ai giovani del posto ad andare in surf, capita di conoscere una bellezza locale, che però è nipote di Pablo Escobar, il famigerato re del narcotraffico. L'esordio alla regia di Andrea Di Stefano, già attore in carriera da un pezzo, è un'anomalia nel cinema italiano: girato in Sud America, non è un biopic, nonostante il titolo possa far crederlo, ma racconta, pur chiaramente romanzandola, una vicenda realmente accaduta. Come diversi boss di camorra e mafia, Escobar compare come un magnate generoso e benvoluto, attaccato ai valori di famiglia e Chiesa, ma al ragazzo non sfuggono sinistre ed impreviste cose, come gli uomini della hacienda che si lavano via accuratamente il sangue di qualcun altro: nonostante l'incredulità della fidanzata, sul protagonista cresce progressivamente un alone di crudeltà e la sensazione di essere in trappola, finchè Escobar stesso, che dice di averlo preso a cuore come un altro figlio, lo incarica di uccidere qualcuno. Il lavoro di Di Stefano parte con un ritmo lento, per acquistare velocità, via via che la tensione aumenta, diventando quasi un thriller nell'ultima parte del racconto: non mancano episodi violenti, dato l'argomento, ma l'efferatezza è tenuta fuori scena. Del Toro, acquistato volume per impersonare un malvagio dal senso pratico notevole, e di una ben celata follia ( notevole lo scambio di battute conclusivo con il prete) si conferma uno degli attori migliori sulla piazza, mentre Hutcherson, che non può contare su una grande espressività, si prende sulle spalle, coraggiosamente, il bandolo della storia. Esordio positivo, da valutare alla seconda prova la caratura di Di Stefano.
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