Regia di Scott Frank vedi scheda film
Un thriller-noir come Dio comanda. Chiaro che non c'è nulla di nuovo o di originale, ma imbattersi in un bel thrillerone cupo e malinconico capace di reggere sui binari della tensione noir per quasi due ore non è cosa da poco. Un viaggio nella mente di un uomo incupito dai sensi di colpa di un passato che bussa alla porta per una inevitabile resa dei conti, sullo sfondo di una New York buia, piovosa e piena di trappole e oscure minacce. Ma anche un viaggio nella malvagità dell'essere umano, capace di atrocità e perversioni. E nella metropoli notturna, mentre il Male sta preparando i suoi piani efferati, gli uomini di buona volontà si ritrovano a confrontarsi e a sorreggersi a vicenda alle riunioni degli alcolisti anonimi, quei luoghi dove l'animo umano non ha paura di mostrare il suo lato più debole e fragile. Matt Scudder (Liam Neeson) è un ex poliziotto ora detective in proprio (il suo percorso di uomo ferito è quello visto in decine di pellicole, ma qui molto ben "indossato" dall'attore americano) che cerca un riscatto ai suoi errori passati, in nome di una sfida agli abissi della bestialità umana. La sceneggiatura assolve bene al suo compito di tratteggiare personaggi e caratteri, potendo contare su dialoghi non banali e su caratteristi efficaci. Come quando si commenta con ironia la paura collettiva del "millennium bug" (siamo infatti nel 1999) oppure quando -per un paio di volte- si citano i nomi di Sam Spade e Philipe Marlowe (ispirazioni letterarie del protagonista e del suo giovane amico nero). Ma prima di proseguire, due note a margine: tra i produttori appare quella vecchia volpe di Danny De Vito, poi una sorpresa che ha scatenato il mio entusiasmo, la presenza nella colonna sonora di uno dei miei brani del cuore, la splendida "Atlantis" di Donovan. Confesso che mi ero accostato alla visione con notevole pregiudizio, temendo il solito Revenge Movie monodimensionale, e invece ho trovato un thriller-noir solidissimo e retto dalle spalle poderose di un Neeson in gran forma. Il suo ex poliziotto dolente e disincantato è un personaggio che non mi spiacerebbe rivedere in un sequel (ma ciò è altamente improbabile, questo non è cinema che muove cifre da paura). Un plauso va anche a tale Scott Frank, (qui autore e regista), cui va accreditata la scelta di aver deciso di anteporre il Noir all'Action. Con risultato formidabile.
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