Regia di Scott Frank vedi scheda film
Passeggia tra le tombe (come da titolo originale), Matt Scudder: il passo stanco dell’antieroe sconfitto, con tanto di cappottone, pioggia battente, cielo plumbeo, il peso dei rimorsi di un passato da alcolista e di un omicidio involontario, la disillusione per un mondo definitivamente spezzato e mai ricomponibile. Con la faccia e il fisico del “nuovo” Liam Neeson (inaspettata icona da thriller adrenalinico), quando Scudder agguanta il telefono e minaccia i malvagi con voce piana (oppure mentre disarma il nemico con la sola forza della persuasione), sul muro si accendono i fantasmi non troppo beneauguranti di Io vi troverò.
Ma il regista e sceneggiatore Scott Frank (che adatta allo schermo il personaggio quarantennale cresciuto nei bestseller di Lawrence Block) guarda più al noir che all’action, citando letteralmente, nelle parole ammirate di un ragazzino sgamato, Sam Spade e Philip Marlowe. In questa Brooklyn invernale e anni 90, cromaticamente schiacciata su toni bruni e in trepidante attesa del Millennium Bug («la gente ha sempre paura della cosa sbagliata»), i “buoni” sono comunque pessimi & patetici soggetti e i “cattivi” sono serial killer finalmente terrificanti nella loro inaffrontabile psicopatia: l’unica differenza è il senso di colpa. Il problema di La preda perfetta è che accumula troppo e quasi tutto è già visto; ma, intanto, scorre solido dentro i binari del proprio genere, senza mai perdere il filo della tensione. Mica poco.
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