Regia di Francesco Cordio vedi scheda film
Si chiama ergastolo bianco la “misura di sicurezza”, prorogabile teoricamente all’infinito, che estende la detenzione all’interno di un OPG per i soggetti “socialmente pericolosi”. OPG sta per ospedale psichiatrico giudiziario, volgarmente detto manicomio criminale: in Italia ce ne sono 6, dislocati nello Stivale (Aversa, Barcellona Pozzo di Gotto, Castiglione delle Stiviere, Montelupo Fiorentino, Napoli, Salerno e Reggio Emilia), anche se per legge non dovrebbero esistere più. Nel 2010, in seguito ai sopralluoghi effettuati da una commissione parlamentare d’inchiesta, è stato emanato il decreto che prevede la riconversione in strutture sanitarie e non penitenziarie: il termine ultimo è slittato dal 31 marzo 2013 al 31 marzo 2014, e poi ulteriormente al 2017. Le immagini del doc sono quelle ufficiali girate durante le ispezioni: il corrispettivo visivo, scioccante e vergognoso, di ciò che in linguaggio burocratico è stato definito «pratiche cliniche inadeguate e, in alcuni casi, lesive della dignità della persona». Tra i gironi di un inferno dove i pazienti/detenuti sono letteralmente abbandonati a se stessi, ci guida dal palcoscenico Luigi Rigoni, attore che ha scontato alcuni mesi di pena nell’OPG di Aversa. Teatrante e internati dialogano a distanza, le dimensioni dell’inchiesta e del monologo sono efficaci finché separate: in un’opera necessaria, dai contenuti già poderosi ed eloquenti, aggiungere elementi drammatici (col montaggio e la colonna sonora) è, invece, tutt’altro che necessario.
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