Regia di Daniele Carnacina vedi scheda film
La possibilità di una chiusura di Centrovetrine è la base, emotiva e narrativa, di questo Un’insolita vendemmia, scult a cuore aperto in cui i protagonisti della soap di Canale 5, diretti dal produttore creativo, fanno di timore virtù. I nomi dei personaggi sono i loro (a cui si aggiunge l’Edoardo Siravo della defunta Vivere), la situazione la medesima, gli sviluppi autoriflessivi. I nostri devono affrontare la fine della lunga serialità su cui hanno strutturato la vita: cercano così svago su un’isola, per aiutare nella vendemmia il carismatico attore che li ha abbandonati in cerca di se stesso. Le sorprese, con ironia, sono sempre dietro l’angolo. Spinoff parossistico e affettuoso, ha il sapore della vacanza divertita: si gioca a Boris, si sfida il grande schermo con un long take in apertura, si porta all’eccesso la guadagnata fama osé con un rapido nudo maschile e, soprattutto, si fa autoanalisi collettiva sul ruolo d’attore, tra alienazioni ed esorcismi non banali, sicuramente didascalici. L’operazione, divertissement autobiografico e tenero gioco teorico, è in ogni caso sciatta: tra la cartolina e l’amatorialità, inquadrature smarmellate e?Vecchioni (sigh) in o.s.t., arranca, annoia. E indigna, quando rincorre i temibilissimi “temi importanti” (qui “gay&figli”): si dice che la soap tv abbia il ruolo di forum culturale, prodotto in cui è importante che le voci contrastanti della nazione trovino rappresentazione, prima che soluzione. Ok. Ma all’aria del cinema, purtroppo, l’odore è solo di discutibile cerchiobottismo.
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