Regia di Darren Aronofsky vedi scheda film
Rischio assoluto, ma alla fine sorprende per la coerenza dell'operazione. 7 SOFFERTO
Operazione ad altissimo rischio, sia dal punto di vista kitsch che blasfemo, condotta sorprendentemente con rigore. La provocazione di base è utilizzata per ragionare sull'umanità come elemento più o meno integrato in un contesto cosmico immane. Una visione laica riempie la naturale spettacolarità del racconto biblico, cogliendone con coraggio dei concetti filosofici sconcertanti. Non mi addentro (causa ignoranza), in discorsi teologici, ma un uomo sempre sull'orlo dell'estinzione di massa dovuto ai propri sciagurati comportamenti è obbligato a chiedersi se veramente è 'utile' e in armonia al pianeta. Contrapposta la tesi misantropa a quella umanocentrica, il motore del film parte e lo fa ancora provocando in ottica action (stucchevolmente bisogna dirlo) in una natura arcaica e primordiale magistralmente impressa dalle locations islandesi. Islanda: ghiaccio e fuoco, come l'animo di Noè, divorato dai sensi di colpa e di dovere, obbligato a decidere da solo sulla distruzione della propria specie. Dunque i toni esplodono in una tensione insostenibile dove il climax cresce costantemente, senza mai dimenticare dei precisi riferimenti al testo originale, consolidando sempre più le fondamenta dell'opera. Sarà per il cast, sarà per i luoghi però la visione di Noah è stata affascinante ma sopratutto sofferta e problematica.
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