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Noah

Regia di Darren Aronofsky vedi scheda film

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La recensione su Noah

di tobanis
7 stelle

Critica e pubblico sono stati concordi nell’accoglienza tiepida di questo film, nel bocciarlo, sostanzialmente. E dunque devo andare un bel po’ controcorrente, perché a me è piaciuto. Piaciuto anche parecchio, va detto: non un capolavoro, ma un film degno di essere nel carniere del regista Aronofsky (dove tutti dicono che questo è il suo peggiore). Mi è piaciuta molto l’epicità, la tragicità di vicende e personaggi. Il Cristianesimo è di là da venire, qua siamo nel Vecchio Testamento, ma proprio all’inizio, siamo ancora e solo al Genesi, perciò l’inizio degli inizi. Il dio del Vecchio Testamento si è rotto i maroni, vuole sterminare l’umanità, perché la stessa se lo merita. Decide però di salvare tutto il resto (gli animali, dunque), e poche persone. Pochissime, invero: Noè e i suoi. E’ un dio terribile, e i risultati si vedono a breve. Il film è diverso dal libro, diciamo che si ispira ma è differente in tanti aspetti. La regia è fantastica, la fotografia pure, le musiche ancora di più, nella loro solennità, anzi, nel rimarcare ciò che è definitivo. Tipo la scena dei nostri chiusi nell’arca, in balia delle correnti, che sentono fuori le grida dell’umanità: non li aiutano, devono morire tutti, è stabilito,. È deciso, ed è definitivo, appunto. La stirpe di Caino deve essere estinta. Pure, il cattivissimo discendente del primo omicida non ha tutti i torti, nei suoi discorsi: molti torti sì, ovvio, ma non tutti. Come Noè non ha tutte le ragioni, almeno non fino al finale. Insomma mi sono piaciute le visioni fantastiche, i mostri vigilanti, Matusalemme, gli effetti, la fondamentalità e l’universalità della storia, pure. Diventerà un classico, quei film che non sono capolavori ma che appena passano in tv, un’occhiata gliela dai e non ti accorgi ma ci passi un’ora. Il cast è all’altezza, da Russell Crowe, a Jennifer Connelly, Anthony Hopkins, Emma Watson, etc. Io alla fine sono per un 7-8; il film ha avuto costi molto elevati, da blockbuster (ma non è un blockbuster!), una novità per Aronofsky, che aveva sempre avuto produzioni minori, insomma il rischio tracollo era dietro l’angolo…invece a sorpresa è andato benino al botteghino, anzi, ha portato pure utili, e dunque, bene. Ed è dunque il maggiore incasso per il regista, più de Il cigno nero.

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