Regia di Darren Aronofsky vedi scheda film
Rilanciatosi con i risultati di "The Wrestler" e "Il cigno nero",Darren Aronofsky aveva già sollevato entusiasmi e raccolto tonfi,in carriera,anni fa:"The fountain" venne definito un lavoro ambiziosissimo e assai criticabile,e ora "Noah",che apre la stagione dei nuovi kolossal biblici (a fine anno arriverà "Exodus" di Ridley Scott,con Christian Bale nei panni di Mosè),e il tempo,e il botteghino,ci diranno se risorge questo filone che una cinquantina d'anni fa fece realizzare diversi titoli ispirati ai personaggi dell'Antico e Nuovo Testamento.Scelto il neozelandese Russell Crowe per dar volto e barba al profeta che costruì l'Arca,gli affianca Jennifer Connelly,assieme alla quale il divo de "Il gladiatore" aveva già composto una coppia da zona Oscar in "A beautiful mind".Sembra che il box-office,comunque,abbia già risposto bene all'operazione,dato che il filmone è costato circa 125 milioni di dollari,e,a livello mondiale,siamo giunti a 320 di introiti lordi.Le critiche non hanno risparmiato Aronofsky,cineasta con molta personalità,ma che in diversi recensori non vedono proprio di buon occhio.A livello estetico,il suo racconto dell'avventura mistico-catastrofica di Noè rimanda a ombre cinesi e scene non dissimili da "Il signore degli anelli",e c'è fin troppo digitale negli effetti speciali,con fiori che nascono e germogliano in un secondo,giganti di pietra caracollanti,animali completamente generati al computer:però,a vantaggio dello script,e del film in generale,va detto che Aronofsky sottolinea continuamente la difficoltà del prendersi responsabilità asprissime,la fallibilità dell'uomo-Noè,che interpreta anche erroneamente i segnali che gli si manifestano,e nonostante qualche momento di stanca,soprattutto nella seconda parte,la pellicola,nel suo imponente procedere,si fa seguire volentieri.Cast interessante,con un Crowe intenso come non gli capitava da qualche film,e Ray Winstone offre la giusta dose d'infamia ad un re guerriero che ha fatto della sopraffazione una regola vitale,ma ancor più impresse rimangono Jennifer Connelly e Emma Watson,cui la regia affida le svolte "etiche" del viaggio dei sopravvissuti al disastro pluviale che copre il pianeta.Più dalla parte del mondo animale che dell'ambiente vero e proprio,"Noah" racconta,più che altro,la ferocia inestinguibile della specie più evoluta eppure più capace di abiezione,che abbia popolato la Terra,ma ricorda come ogni tentativo di miglioramento dell'Uomo,pur tra le sue miserie ed errori, abbia portato lontano.
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