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Noah

Regia di Darren Aronofsky vedi scheda film

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M Valdemar

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La recensione su Noah

di M Valdemar
4 stelle

La domanda sorge spontanea (come un fiore da un seme, alla velocità della luce ...): perché?

Sì, Darren, perché? Sarà pure stato un desiderio coltivato in tempi remoti, sarà stato finanche per un forte spirito di sfida (può un "autore" dirigere un blockbuster senza venirne contaminato? Dilemma biblico), ma era proprio necessario (e intelligente) abbandonare il fertile sentiero (oltretutto, personalissimo nonché mirabile) per seguire le rette vie della super-produzione?

Non si sfugge dalla retorica: visto il risultato - Noah, il gargantuesco cargo della vita che affonda andando alla deriva (quasi) come un disaster movie qualunque - no.

Irrilevante soffermarsi sui dettagli, sui tanti relitti che galleggiano nel mare magnum del - pericolosamente contiguo al - ridicolo (gli "angeli caduti", creature che paiono rivenire direttamente dalle saghe fantasy di Peter Jackson) o del meramente illustrativo (à la National Geographic) o della sostanziale appartenenza al filone (la missione "divina" con tutte le implicazioni morali conseguenti), il dato importante è che il film di Aronofsky non dice poi molto né aggiunge pressoché niente all'immaginario dei kolossal epici-biblici.

Considerazione che vale anche per la componente relizzativa: a parte alcune (poche) sequenze felici (ad esempio la cronistoria per immagini della creazione), il resto è poca roba (situazioni introspettive e caratterizzazioni spesso troppo schematiche, scene di azione "professionali" e null'altro, virtuosismi registici sterili), che sia insomma capace di imprimersi a fuoco nella memoria. Che invece viene sommersa dalle acque infestate da effetti speciali decisamente di tendenza (massiccio ricorso alla CGI e 3D posticcio).
Una visione assai "prudente", quella del regista, che poco osa e un bel po' si conforma: questo è il punto.

È pur vero che da un certo punto della storia emerge un Noah interessante, ovverosia quando la personalità moralmente integra si scontra con il fardello di essere stato scelto per salvare gli innocenti nei giorni del giudizio: progressivamente il Nostro muta in un fondamentalista, un sanguinario, disposto a tutto - come un Jack Bauer ante litteram (un paragone come tanti, d'altronde la metafora è alquanto semplice) - persino a sacrificare i suoi discendenti appena nati, per (far) rispettare il grande disegno.

Questione interessante, sì, ma rimane lì, sospesa in loop tra scene e dialoghi che si ripetono, senza quindi un opportuno approfondimento. Poi, tutto ritorna nelle coordinate di quella che, in definitiva, è una dimensione da sermone domenicale e poco più.

In fondo, premesse («in principio era il Nulla») e conclusioni (il libero arbitrio, la scelta di amore piuttosto che di cieca fede) sono fradici del già visto (e subìto ...), con l'intero tipico armamentario filosofico-religioso carico di verità e rivelazioni che stende un velo (pseudo)intellettuale e impegnato sulla "bagnarola" mainstream: troppo facile, così.

 

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Ultimi commenti

  1. Carica precedenti
  2. Utente rimosso (bufera)
    di Utente rimosso (bufera)

    Sento che hai ragione e non mi attira vederlo, però sai che deresponsabilizzo gli amici dell'influenza che possa avere la loro recensione sulla decisione di vedere o no un film. Sempre super, Ciao!

    1. M Valdemar
      di M Valdemar

      Fai benissimo, Bufera: capita anche tra gli utenti più affini che su qualche film si dividano. E poi non voglio nessuna responsabilità ... Ciao e grazie.

  3. dollyfc
    di dollyfc

    Sono riuscita a dare la sufficenza; discreta tecnica ma poca ricerca psicologica. Ho avuto l'impressione che volesse dare un colpo al cerchio ed uno alla botte :)) Ciao

    1. M Valdemar
      di M Valdemar

      Sì, esatto, un comportamento cerchiobottista. Non poteva che venirne fuori una cosa poco buona e giusta (ed una catastrofe se si considera che al timone c'è Aronofsky). Ciao.

  4. Jamix
    di Jamix

    Aronofsky ha cominciato bene come hai detto tu. Ha fatto propria la lezione di un grande maestro che tu conoscerai di certo (vista la tua meravigliosa immagine di profilo) ovvero Lynch e ha proseguito verso un percorso artistico più aderente alla realtà, allo psicologico più che al metafisico. Ha realizzato uno dei miei film preferiti, Requiem for a Dream, riuscendo a dare un nuovo significato al termine "parossismo".
    Dalla metà del duemila però ha dato i primi segni di cedimento...e ora questo! Una perdita davvero preziosa per il cinema americano.

    Ti faccio i miei complimenti per la recensione: davvero azzeccata e scorrevole. Ti seguo volentierissimo!

  5. M Valdemar
    di M Valdemar

    Grazie Jamix. In realtà di Aronofsky mi piacciono molto anche i due precedenti (The Wrestler e soprattutto Il cigno nero, che tra l'altro adoro e di cui per un po' sono stato ossessionato ...), mentre mi manca solo The Fountain. Credo che dopo π - Il teorema del delirio (di allucinante bellezza) e Requiem for a Dream abbia cercato di inserire la sua poetica personale in opere di maggior "respiro". Per me ci è riuscito benissimo: è uno dei veri pochi autori contemporanei. Motivo per cui non lo considero una perdita, non ancora, perché voglio sperare che Noah sia solo un brutto sogno (o incubo). Un saluto e grazie ancora.

  6. AgentCooper
    di AgentCooper

    Qualcuno poteva dirgli ad Aronofsky che le maschere da saldatore non esistevano in quell'epoca, come neanche quell'imbarazzante arma per eliminare quegli altrettanto imbarazzanti angeli caduti. Quello che non funziona qui è la contaminazione fabtasy che Noah a subito durante la prima parte. Nella seconda invece il dramma psicologico, per quanto contornato da dialoghi e situazioni improbabili, mi ha coinvolto di più.

    1. M Valdemar
      di M Valdemar

      A distanza di tempo, credo che la "fortuna" di un'opera sostanzialmente sbagliata come Noah sia che è già caduta nell'oblio. Fortuna per Aronofsky, sicuramente: da lui mi attendo (ancora) grandi cose. Un saluto.

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