Trama
Il quarantenne fiorentino Lorenzo lavora come operaio nella ditta dell'amico Marco Zhang, un imprenditore cinese che da anni vive in Italia e precursore dell'arte del kung-fu praticata con senso filosofico e spirituale. Una sera, rientrando a casa con l'auto di Marco, la casualità porta Lorenzo a incontrare Song Lee, una bella ragazza cinese di cui si innamora subito. Poiché nessuno dei due ha il coraggio di confessare la propria vera identità, Lorenzo non si accorge che Song Lee è in realtà una prostituta né tantomeno le dice di non essere il ricco uomo che lei crede. Le bugie di quella sera portano però a inattese conseguenze quando il protettore di Song Lee decide di sequestrare Lorenzo per trarne profitto.
Note
La sceneggiatura è solo un canovaccio per stracche gag di quella commedia toscana che negli anni '90 fece furore e oggi mette solo irritante prurito, tra vernacolo e patetici giochi sugli stereotipi etnici, strappi di satira random e freddure sporcaccione, peti a punteggiare il ritmo e un momento di montaggio alternato che cerca persino di fare umorismo meta. Paci, con la sua figura d’eterno bimbo ingenuo incapace di affrontare il mondo, s’appoggia alla sgarbata trivialità di un Ceccherini part-time in parodica versione shaolin, mentre le scene di combattimento agitano l’acqua stantia, per fondare un’ipotesi di commedia spaghetti kung-fu. Cinema regionale, tra lo scult e la miseria: fa quasi tenerezza.
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