Regia di Davide Ferrario vedi scheda film
Sulle colline fuori Torino vive Ugo, quarantenne con due passioni precise – Leopardi e i manga erotici – e nessuno scopo nella vita. Per campare affitta le due stanze da letto della casa a Maria, cinefila dipendente di un’agenzia viaggi, e Dario, giovane universitario.
Le idee chiare solo nei sogni, lo smarrimento profondo dinanzi alla realtà: con La luna su Torino il cinema di Davide Ferrario si fa più sottile, più delicato che mai, senza tralasciare comunque l’impegno e l’idealismo che da sempre contraddistinguono l’autore lombardo, ma profondamente legato al capoluogo piemontese tanto da aver girato qui più di un suo film (Tutti giù per terra, 1997; Dopo mezzanotte, 2004; Tutta colpa di Giuda, 2009). Ma Ferrario, sia regista che sceneggiatore che produttore anche in questo lavoro, è inoltre un discreto sperimentatore e un cineasta abituato a girare anche senza mezzi eccelsi; non sorprende perciò la scelta di realizzare questa pellicola con mezzi sì dignitosi, ma indubbiamente modesti, e utilizzando un cast composto esclusivamente da interpreti dalla limitata esperienza cinematografica, eppure assolutamente lontani dal risultare anonimi (Walter Leonardi, Eugenio Franceschini, Manuela Parodi, Daria Pascal Attolini e Stefano Scherini sono i principali). Durata limitata a un’ora e mezza scarsa; a testimoniare la versatilità di Ferrario, il suo successivo impegno sarà un documentario sul Novecento italiano girato per la Rai, La zuppa del demonio (2014). 4,5/10.
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