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Road Train

Regia di Dean Francis vedi scheda film

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La recensione su Road Train

di maurizio73
3 stelle

Due coppie di giovani campeggiatori, in viaggio con la loro jeep nell'outback australiano, vengono tamponati e sbalzati fuori strada da un possente 'road train' che li segue attraverso il lungo rettilineo stradale che percorre  la sconfinata pianura desertica nel sud del paese. Usciti malconci dall'incidente e con il mezzo distrutto, sono costretti ad impossessarsi dell'autoarticolato e fuggire dal camionista folle che li insegue con una pistola. In preda ad una sorta di sonno ipnotico, il mezzo li conduce in una cava deserta ed isolata dove inizierà per loro un vero incubo di morte.
Variante australiana che contamina diversi stereotipi del survival drama di ambientazione stradale (dal prototipo dell'esordio spielberghiano  di 'Duel' - 1971 - al più truculento 'The Hitcher' - 1986 - di Robert Harmon) con le ossessioni fantastiche di mezzi posseduti e animati che seminano morte e distruzione ('La macchina nera ' - 1977 - di Elliot Silverstein e 'Christine - La macchina infernale' - 1983 - di John Carpenter), questo modesto horror a basso budget ed a corto di idee sviluppa una interessante ipotesi da 'leggenda metropolitana' sulla dinamica da sinistro priva di constatazione amichevole quale diabolico escamotage per (auto)alimentare la propria folle e sanguinaria corsa attraverso le desolate pianure del South Australia senza pagare pedaggio e soprattutto senza svenarsi alla pompa di benzina. Vere e proprie singolarità nel selvaggio panorama dei trasporti agli antipodi, il 'road train' del titolo è solo un pretesto per inscenare il meccanismo di una diabolica trappola per autostoppisti dove le dinamiche psicologiche tra i protagonisti sono ridotte al lumicino e dove persino la sottotrama di un turgido triangolo amoroso (il brunetto se le fa entrambe mentre il biondino rimane a guardare) pare troppo esile e modesta da rappresentare un impulso significativo tanto allo sviluppo della trama quanto alla resa dei conti finale. Benchè l'ambientazione ci lasci ammirare le location da sogno di un luogo tanto remoto ed esotico (anche se altrove sfruttato meglio - 'Wolf Creek' - 2005  di Greg McLean) e l'autore ciurli nel manico di una insensata e surreale violenza da incubo lynchiano (con tanto di nanerottolo in giacca di velluto urlante e sparante 'sine ratio'), il film si brucia dopo la prima mezzora tutte le sue carte, facendoci scoprire con largo anticipo sulla falsa sorpresa finale il senso di tutta l'operazione ('The Mangler' - 1995 - Tobe Hooper), per di più smarrendosi in un finale fiacco e involontariamente comico che ridicolizza movente e personaggi. Forse avrebbe giovato al film uno sceneggiatore meno sprovveduto o meglio evitare affatto di essere prodotto e girato. Imbarazzante.

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